Salone Libro/Radicali: grave il comportamento dell’Associazione Italiana Editori ma altrettanto grave l’aver posticipato a venerdì Assemblea Soci Fondazione del Libro. Non si puo’ giocare di fioretto con chi usa il randello.
Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Apprendiamo solo oggi dal presidente dell’AIE, Federico Motta, che già il 25 febbraio scorso, cinque mesi fa, il consiglio generale dell’AIE aveva deciso di abbandonare Torino per organizzare nel 2017 a Milano un nuovo evento con la Fiera di Rho.. “La notizia non è stata diffusa finora per correttezza istituzionale visto che a Torino iniziava la campagna elettorale” (parole di Motta).
Riteniamo il comportamento dell’AIE gravissimo e le sue giustificazione ridicole: a parte il fatto che Chiara Appendino è sindaco di Torino da un mese e mezzo, la Fondazione del Libro – e, attraverso di essa, tutta la comunità torinese – aveva il diritto di conoscere subito una decisione cosi’ importante. Si spiegano solo ora le dimissioni di Federico Motta presentate il 2 febbraio 2016 (e allora solo i radicali rilevarono che Motta non aveva adempiuto alle disposizioni sulla trasparenza, che gli imponevano di pubblicare sul sito della Fondazione i suoi redditi e patrimoni entro tre mesi dalla nomina, avvenuta il 30 settembre 2015).
Ma altrettanto grave è stata la decisione della Fondazione del Libro di posticipare a venerdì 29 la nomina del nuovo presidente Massimo Bray, dopo che il CdA della Fondazione si era dimesso il 14 luglio scorso. Si sono perse due settimane di tempo con la giustificazione che non si doveva influenzare l’Associazione Italiana Editori. Si è voluto giocare di fioretto con chi invece usa il randello.
Ora l’unica speranza è che nella riunione dell’Assemblea dei Soci della Fondazione di venerdì vi sia una forte assunzione di responsabilità soprattutto da parte del governo centrale, attraverso i rappresentanti dei Ministeri dei Beni Culturali e dell’Istruzione, per tentare di gestire al meglio una situazione che rischia ogni giorno di più di rendere la Fondazione del Libro un guscio vuoto. L’inedita allenza Chiamparino/Appendino, seppure benemerita, non è sufficiente per contrastare il randello milanese.
Link comunicato radicale del 2 febbraio 2016: