Il Tribunale di Torino ha condannato l’ex avvocato di Gian Piero Buscaglia (Avv. Bisacca) a pagare un risarcimento al suo assistito per aver presentato in ritardo il ricorso contro il licenziamento, subito ingiustamente il 15 settembre 2002 da parte della Polizia di Stato.
Il giudizio arriva dopo che nel maggio 2008 il Tribunale di Alessandria aveva già dato ragione a Buscaglia ma, successivamente, in secondo grado e in Cassazione la sentenza era stata ribaltata proprio per la tardiva presentazione del ricorso.
Dal 2004 in poi i Radicali hanno seguito costantemente il caso, portandolo all’attenzione degli organi di informazione e del Consiglio regionale del Piemonte, del Parlamento italiano e del Parlamento europeo con 4 interrogazioni.
Dichiarazione di Igor Boni, Coordinatore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta
“Sono passati quasi 15 anni dall’ingiusto licenziamento di Gian Piero Buscaglia; lunghi anni nei quali i giornali hanno più volte sbattuto il mostro in prima pagina, sobillati dal tentativo di affibbiare un marchio psichiatrico a Buscaglia. Nelle interrogazioni dei consiglieri regionali e dei parlamentari radicali si ripercorreva questa storia, descrivendo una situazione fatta di violenze psicologiche e di violazione dei diritti nei confronti di una persona che, invece di chinare la testa, ha avuto i coraggio di protestare e levare alta la propria voce. Ora il Tribunale di Torino, riconoscendo l’errore dell’avvocato di Buscaglia – errore che è stato causa della mancata vittoria nella vicenda del licenziamento – restituisce un pezzo di dignità perduta ma, come è ovvio, non potrà mai rimarginare il danno d’immagine subito e questi 15 anni di vita dedicati a cercare giustizia.
Sarebbe opportuno che gli organi di stampa cogliessero l’occasione per dare spazio a questa vicenda e a questa sentenza, tentando di rimediare alle tante parole d’accusa e di dileggio pubblicate nel passato più o meno recente. E sarebbe opportuno che i Sindacati, assenti e silenti a parte la meritoria eccezione dell’USI, si cospargessero il capo di cenere”.
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