RELAZIONE DEI COORDINATORI ALLA 22a ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI
DELLA ASSOCIAZIONE RADICALE ADELAIDE AGLIETTA
L’anno che si sta chiudendo, nonostante le grandi difficoltà che affliggono l’intero mondo radicale, è stato probabilmente quello più ricco di iniziative dalla costituzione della Associazione, nel novembre 2000. Un anno che segna e segnerà per sempre la vicenda politica radicale per la perdita di Marco Pannella, un leader che ha scritto la storia di questo Paese e di questa Europa (e non solo), che ha ricevuto un profluvio di riconoscimenti dopo la sua morte ma che deve continuare a ispirare le nostre azioni innanzitutto con il suo metodo, il metodo della nonviolenza. Marco lo abbiamo ricordato in un comizio pubblico in via Garibaldi, a Torino, il 22 maggio, di fronte a cento persone che hanno portato il loro affetto e la loro riconoscenza.
Inutile nascondersi che la morte di Marco Pannella ha aperto una nuova fase per l’intero mondo radicale, che non nasce certo sotto i migliori auspici. Malgrado in ogni sede e in ogni occasione, e ben prima della scomparsa di Pannella, lo avessimo detto e previsto, sta accadendo ciò che temevamo: le esigue forze radicali residue si stanno logorando per lo più in una lotta intestina: da una parte la stretta cerchia di dirigenti che erano più vicini a Marco arroccati nel fortino del Partito Radicale, dall’altra Radicali Italiani, l’Associazione Luca Coscioni e la miriade di associazioni tematiche e territoriali, animate spesso dalle stesse persone e non sempre in accordo tra loro, intenzionate a produrre nuove iniziative e aprire nuove strade.
Non vi è dubbio che questa fase, dove la forza centrifuga pare dominare incontrastata, possa finire con una dispersione terminale delle ultime energie o, forse, per un imprevisto colpo di reni che auspichiamo, potrebbe preludere a qualcosa di nuovo, che dia nuova linfa e speranza alle lotte di questo ultimo sessantennio radicale; che dia nuovo slancio a chi crede in una politica, in un’Italia e in un’Europa laica, liberale e libertaria.
Per altro verso, questo 2016 segna per noi dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta una novità positiva. Per la prima volta dalla sua nascita Radicali Italiani ha deciso di coinvolgerci pienamente nei propri gruppi dirigenti, chiedendo a Igor e Silvja di far parte della Direzione nazionale e a Laura di far parte della Giunta di segreteria. Una fiducia che abbiamo tutte le intenzioni di ripagare con l’impegno e con il lavoro di cui siamo capaci, non tanto per rafforzare la nostra associazione ma soprattutto per dare sostanza ad alcune politiche di Radicali Italiani da troppo tempo accantonate: parliamo dell’approccio transnazionale ai temi, parliamo dei diritti umani, parliamo degli Stati Uniti d’Europa come l’unico antidoto al terribile domino di tragedie che giorno per giorno si stanno realizzando attorno a noi.
Di questa novità diamo atto con amicizia e piena volontà di collaborazione a Riccardo Magi, Michele Capano e Antonella Soldo, i nuovi dirigenti di Radicali Italiani.
Questo 2016 è stato anche un anno difficile e triste per la perdita di tre compagni con cui, per lungo tempo, abbiamo percorso un tratto di strada insieme: si tratta di Mariano Ferrentino, Piergiorgio Contrafatto e Alessandro Frezzato. Piergiorgio è stato accanto a noi praticamente da sempre e sempre ci ha sostenuto. Con Alessandro abbiamo costruito iniziative e vittorie sui diritti civili e sui diritti delle persone con disabilità, un percorso che vogliamo proseguire per lui e per i tanti Alessandro Frezzato che non hanno voce o che non hanno la stessa sua cocciutaggine, forza e determinazione (e anticipiamo che per il prossimo 22 dicembre con Marco Cappato e i famigliari di Alessandro stiamo organizzando un’iniziativa). Mariano, il “radicale preistorico” come amava definirsi, è stato una presenza fissa, a ogni iniziativa ed evento dell’Associazione che ha contribuito a far nascere e crescere con continue proposte e sollecitazioni. Ci mancheranno, e molto.
Nelle difficoltà descritte, una nota certamente positiva e non facilmente prevedibile è quella relativa agli iscritti, che evidenziano un dato in controtendenza rispetto alla gran parte delle associazioni radicali e, più in generale, delle associazioni politiche. Dopo un 2014 nel quale abbiamo raggiunto poco più di 120 iscritti e un 2015 chiuso con 140 iscritti, l’anno 2016 vede un ulteriore incremento fino agli attuali 158 iscritti: 8 in più rispetto a quanto indicato nella mozione dello scorso anno, quasi il 15% in più rispetto all’anno precedente e 27 di questi sono iscritti per la prima volta. È per noi motivo di soddisfazione anche il sostegno che giunge dai 31 iscritti provenienti dalle altre Regioni italiane e dall’estero.
Restano intatte, tuttavia, le difficoltà rispetto alla scarsa partecipazione militante, di cui diremo, e all’autofinanziamento, anche per gli ostacoli che abbiamo incontrato nel rapporto con il nostro padrone di casa, l’ATC di Torino. Infatti, il non averci riconosciuto le spese previste dagli accordi sottoscritti, che erano già di molto inferiori a quanto speso per la sistemazione della nostra nuova sede (sede che, lo ricordiamo, è anche sede dell’Associazione Luca Coscioni), ha costretto l’Associazione a realizzare prestiti con alcuni iscritti che sono stati restituiti solo ultimamente: le casse chiudono in attivo ma il dispendio di risorse è stato ingente e impegnativo da gestire. Nel 2017 non pagheremo l’affitto della sede grazie all’attivazione del rimborso pattuito di una parte delle spese, ma è nostra intenzione non subire in silenzio l’ingiustizia avvenuta e tentare di far valere le nostre ragioni, se necessario anche per via giudiziaria.
Proprio con l’intenzione di alimentare le nostre finanze abbiamo lanciato poco più di un mese fa la LotteriAglietta che vedrà proprio alla fine di questo congresso l’estrazione dei premi. Un momento per sorridere e divertirsi, aspetto che non consideriamo mai abbastanza, e per raggranellare qualche euro che ci possa dare un po’ di tranquillità per il futuro. Ci sono ancora dei biglietti invenduti, quindi: fatevi avanti!
Ma veniamo all’enorme lavoro svolto, veniamo alla politica, alla nostra politica di strada. A Torino e in Piemonte, malgrado le limitate forze, siamo stati un baluardo di laicità; gli unici a fare iniziative sulla trasparenza, gli unici a proporre una riforma della giustizia e del sistema carcerario, gli unici che non hanno mai ammainato la bandiera dei diritti civili e dei diritti umani. Ogni giorno, da ogni parte del mondo e d’Europa, risulta evidente e urgente una risposta politica radicale. Una risposta che sappia mettere al centro la laicità delle Istituzioni, i diritti civili e politici dei cittadini, i diritti umani e la democrazia, la nonviolenza come metodo di lotta. Una risposta europeista e federalista che abbia la forza di interrompere la spirale autodistruttiva nella quale siamo finiti, con un’Europa incapace di essere all’altezza della sua storia.
Ma cosa abbiamo fatto in questo 2016.
- Diritti Civili e Laicità
A dieci anni dal Gay Pride nazionale di Torino, quando con Marco Pannella partecipammo con un carro de La Rosa nel Pugno, questa volta abbiamo partecipato con lo striscione “Ciao Marco” chiedendo a tutto il movimento LGBT di tributare un riconoscimento all’unico politico italiano che ha saputo dare voce ai diritti degli omosessuali quando in un’Italia bigotta e ipocrita parlare di sessualità e di omosessualità era sostanzialmente proibito. Nelle fasi finali del dibattito sulla Legge Cirinnà, abbiamo promosso il “Family Gay” in contrapposizione al “Family Day” celebrando provocatoriamente matrimoni omosessuali in strada; abbiamo poi partecipato a tutte le iniziative del variegato mondo LGBT. Siamo stati presenti al Congresso dell’Associazione radicale Certi Diritti che ha svolto a Torino la sua assemblea nazionale, portando le nostre proposte di collaborazione e d’azione.
In seguito alla terribile strage di Orlando negli Stati Uniti, abbiamo convinto il Sindaco uscente Piero Fassino a fare un presidio pubblico davanti al Comune che ha visto un migliaio di partecipanti e abbiamo chiesto, inascoltati, alla Nazionale italiana di calcio di giocare con il lutto al braccio.
Siamo stati in prima fila a difendere laicità e libertà religiosa; con gli amici del circolo di Torino dell’UAAR, l’Unione Atei e Agnostici Razionalisti, quasi in solitudine, abbiamo commemorato il XX Settembre e riproposto all’opinione pubblica le nostre valutazioni critiche sulla legge truffa dell’8xmille.
Silvio Viale è riuscito, praticamente da solo, a portare in Consiglio comunale il dibattito sul mantenimento o meno del crocefisso in Sala Rossa. La richiesta di rimozione è stata respinta a larga maggioranza. Nell’occasione abbiamo manifestato per la laicità delle Istituzioni e contro la decisione dell’aula, suffragata peraltro da valutazioni su tradizione, religione, difesa culturale e identitaria ridicole e paradossalmente offensive per lo stesso Cristianesimo.
Durante la visita del Presidente iraniano Rohani, è diventato un caso di polemica la scelta di coprire le statue nude di un museo “per rispetto”, ma in occasione della visita del Papa nessuno disse niente sulla rimozione a Torino dei manifesti della mostra di Tamara de Lempicka. Due pesi e due misure. Lo abbiamo denunciato pubblicamente ed evidenziato, ottenendo una visibilità a livello nazionale sugli organi di stampa. Chi di clericalismo ferisce, di anticlericalismo perisce!
Per un fine vita dignitoso, non abbiamo mai abbandonato il tema dell’eutanasia e delle libere scelte sulla vita e sulla morte in incontri pubblici, con Mina Welby, con il coraggio di Paola Cirio, con Exit-Italia, con gli amici Valdesi e anche della Chiesa Pastafariana, con i compagni socialisti, con i militanti di Possibile e con quelli dell’UAAR. Abbiamo ottenuto con successo dal Consiglio regionale del Piemonte l’approvazione di un documento a favore del testamento biologico, proposto dal nostro iscritto Gabriele Molinari e sostenuto da molti altri consiglieri regionali. In occasione della morte di Umberto Veronesi abbiamo ricordato la sua firma raccolta a Torino ai nostri tavoli per la legalizzazione dell’eutanasia. Abbiamo sollecitato i Parlamentari piemontesi ad aderire all’Intergruppo eutanasia ottenendo numerose adesioni, in particolare da esponenti del Partito Democratico come l’On. Paola Bragantini che più volte è stata nostra iscritta.
Non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno in occasione del Mad Pride e della Trans Freedom March per rivendicare dignità e diritti per chi oggi non li ha.
Sulla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della Cannabis – grazie in particolare alla disponibilità di Roberto Vigna, nelle vesti di autenticatore militante – siamo tornati in strada ottenendo quasi 2500 firme, tra queste quelle della Sindaca di Torino Chiara Appendino, e del Presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, nonché quelle della maggioranza degli eletti in Consiglio comunale e del Presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, anche lui più volte iscritto alla nostra Associazione. E con il Segretario di Radicali Italiani, Riccardo Magi, abbiamo lanciato il rush finale torinese in due fine settimana, dove molte centinaia di cittadini hanno firmato ai nostri tavoli formando code che raramente s’erano viste nella storia recente delle iniziative radicali.
Il 2016 è stato anche l’anno nel quale, grazie alla tenacia di Silvio Viale e dei Radicali, è stato finalmente abolito l’obbligo di ricetta sulla contraccezione d’emergenza. Una straordinaria vittoria di valenza nazionale. Nonostante questo, per lungo tempo il Ministero della Salute guidato dalla pessima, e purtroppo riconfermata, Beatrice Lorenzin, non ha aggiornato le informazioni sulle sue pagine ufficiali, con un evidente danno per le cittadine inconsapevoli. Abbiamo anche assunto una posizione critica nei confronti del Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino, il quale ha espresso preoccupazione per il fatto che le donne ora potranno assumere la ‘pillola del giorno dopo’ “più volte a settimana” e “addirittura tenersela in borsetta”, sminuendo vergognosamente la capacità delle donne di gestire la propria salute.
Purtroppo, malgrado il nostro impegno e le nostre richieste espresse ufficialmente con una petizione popolare, la Regione Piemonte non ha ancora innovato la regolamentazione per l’accesso alla pillola abortiva RU486, mantenendo l’obbligo teorico di ricovero.
- Diritti Umani
A inizio dell’anno abbiamo manifestato per i diritti umani in Arabia Saudita, per scongiurare la condanna di Ashraf Fayadh, e in estate per lo Stato di Diritto in Turchia, dopo l’inasprimento della repressione attuata dal regime di Erdogan successivamente al fallito colpo di Stato. Di fronte all’ex-consolato della Turchia di Torino – insieme a Vittorio Bertola (già capogruppo in Comune dei 5Stelle, in via di espulsione dal Movimento) – in una quarantina di persone, ad agosto!, abbiamo contestato le violazioni dei diritti dei cittadini turchi e l’ipotizzato ripristino della pena di morte.
Sulla piattaforma Change.org abbiamo lanciato, ormai tre mesi or sono, un appello di pace per la Siria che ha raccolto quasi 4200 adesioni e che è stato trasformato in mozione parlamentare dall’On. Pierpaolo Vargiu; la mozione, approvata a larga maggioranza, impegna il Governo a mobilitarsi per il coinvolgimento dell’ONU nella transizione alla pace e alla democrazia. In questi giorni stiamo tentando di aprire una strada al Parlamento europeo per portare anche in quella sede la nostra proposta; l’unica che non preveda bombardamenti, l’unica che non consentirebbe al macellaio Assad o ai terroristi dell’Isis di governare e dominare su quei territori. Inoltre, una mozione analoga verrà discussa in Consiglio regionale, sollecitata al Comitato diritti umani da Silvja e dall’amico Fabio Trocino.
Con il precedente Sindaco di Torino, Piero Fassino, e con Antonio Stango, neopresidente della Lidu-Lega Italiana dei Diritti Umani, abbiamo presentato il 6° Congresso mondiale contro la pena di morte nel mondo che si è svolto a Oslo.
Come sempre la nostra Associazione è stata al fianco della causa tibetana e di quella per la democrazia e la riconciliazione in Laos. Su questo abbiamo manifestato a Torino e Atene per ricordare, a quattro anni dalla scomparsa, il militante dei diritti in Laos Sombath Somphone e abbiamo denunciato con il Movimento Laotiano per i Diritti Umani (MLDH) le elezioni farsa che si sono svolte a maggio di quest’anno, in occasione delle quali, secondo il regime, avrebbero votato il 98% degli elettori.
Abbiamo organizzato un incontro in Comune, a Torino, sull’evoluzione della situazione in Russia e in Ucraina, denunciando le azioni di propaganda poste in essere con ogni mezzo dal regime di Putin e, a questo proposito, nei giorni scorsi abbiamo denunciato l’apertura del consolato farlocco della Repubblica Popolare di Donetsk proprio a Torino. In primavera è giunta l’auspicata notizia della liberazione della parlamentare e pilota ucraina Nadyia Savchenko, dopo due anni di reclusione in Russia: liberazione avvenuta a seguito di una campagna di mobilitazione internazionale alla quale abbiamo attivamente partecipato e che abbiamo alimentato con appelli e scioperi della fame.
Abbiamo portato la Bandiera israeliana alla manifestazione del 25 Aprile per contrastare l’esclusione nel corteo milanese della Brigata ebraica da parte di estremisti e antidemocratici. Un gesto simbolico di vicinanza all’unica democrazia presente in Medio-Oriente.
Grazie alla nostra Blanca Briceño e alle sue sollecitazioni cerchiamo di seguire l’evoluzione della situazione in Venezuela, consapevoli della necessità di dover concepire e proporre iniziativa politica che non sia solo una presa d’atto del disastro incombente.
- Stati Uniti d’Europa
Ben prima della vittoria negli USA di Donald Trump, abbiamo promosso iniziative per chiedere una difesa e un esercito comuni europei, ospitando nuovamente a Torino il nostro Olivier Dupuis.
Abbiamo partecipato alla commemorazione delle vittime degli attentati del 22 marzo esponendo le bandiere dell’Unione Europea, per lanciare un segnale limpido e diretto che va in direzione opposta ai sempre più diffusi richiami ai nazionalismi, alla chiusura delle frontiere, alla paura.
Con Mercedes Bresso e i Giovani Federalisti Europei abbiamo rilanciato la necessità di giungere a una federazione che superi divisioni e particolarismi e che possa arginare la forza espansionista della Russia di Putin e i cattivi presagi che arrivano dagli USA.
Con Emma Bonino (appena indicata persona dell’anno dall’Espresso), al Polo del ’900, abbiamo presentato proprio questa settimana le proposte di Radicali Italiani sul governo dell’immigrazione e sugli Stati Uniti d’Europa, smascherando le molte bugie che circolano sui social network e nelle dichiarazioni pubbliche di una parte rilevante dei politici italiani, offrendo nuovamente al dibattito le nostre proposte di governo, a livello locale, nazionale ed europeo.
- Carcere e Giustizia
Siamo riusciti a organizzare un evento in ricordo di Giorgiana Masi e la proiezione del Docufilm: “Enzo Tortora – Una ferita italiana” di Ambrogio Crespi, due momenti commoventi di ricordo e di lotta per la giustizia giusta. Giorgiana ed Enzo, con le loro storie così diverse, continuano a essere simboli di una Italia solo apparentemente lontana, che mantiene nell’attualità la necessità del loro esempio.
Siamo intervenuti a “Torino ricorda gli Anni di Piombo”, presso l’Università di Torino, portando la testimonianza di Adelaide Aglietta grazie al suo «Diario di una giurata popolare al processo delle Brigate Rosse» che abbiamo fatto ristampare per l’occasione (abbiamo ancora copie disponibili per chi non l’avesse ancora). Un incontro con centinaia di persone per ripercorrere il dramma del terrorismo in Italia e in particolare nella Torino degli anni di piombo, la forza e il coraggio della nonviolenza di Adelaide, la ragionevolezza radicale di Leonardo Sciascia che ha nuovamente innescato una polemica con Giancarlo Caselli, polemica che ha avuto gli onori della cronaca.
Il 2016 è stato anche l’anno della sentenza che dà ragione a Gianpiero Buscaglia, un caso che abbiamo seguito da oltre 10 anni dove le menzogne, le false accuse e un’informazione pronta a sbattere il mostro in prima pagina, hanno violato la dignità e l’immagine di un uomo.
Sulle carceri abbiamo proseguito una azione di verifica e monitoraggio, comunicando agli organi di stampa i dati del Dossier prodotto da OpenPolis sul disastro delle carceri italiane e stiamo seguendo le vicende relative al Carcere di Ivrea dove sono stati denunciati episodi gravissimi di violenza. Su questi aspetti abbiamo riproposto nuovamente il tema dell’amnistia e aderito alla marcia del Partito Radicale di Roma del 5 novembre scorso, intitolata a Marco Pannella e Papa Bergoglio.
- Riforma delle Istituzioni e trasparenza
In splendida solitudine, se si esclude l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti Montani), siamo tornati alla carica per chiedere al Consiglio regionale di esaminare la nostra proposta di legge elettorale uninominale e maggioritaria, denunciando come con l’attuale sistema in vigore solo il 5% degli elettori determini gli eletti con le preferenze.
Sulla trasparenza, grazie all’impegno di Giulio Manfredi, abbiamo continuato a intervenire sul “Caso grattacielo” e sul “Caso Marrone” che dopo due anni e mezzo dalle elezioni ha visto la sentenza di appello darci ragione e, soprattutto, ripristinare la legalità.
Abbiamo chiesto il pieno rispetto della legge sulla trasparenza a tutte le società partecipate regionali e comunali, avendone verificato il ritardo nell’applicazione, in particolare da parte di alcune delle società più grandi.
Siamo intervenuti per denunciare la patente violazione della legge sulla raccolta delle firme da parte di alcune delle liste concorrenti alle elezioni comunali torinesi, chiedendo e attuando un accesso agli atti. Centinaia le cancellazioni rilevate sulle liste collegate al candidato Sindaco Noccetti che ha peraltro riutilizzato evidentemente moduli vecchi. Vergognose e purtroppo impunite le dichiarazioni di autodenuncia di Roberto Rosso che ha dichiarato testualmente: “Il problema vero è che le 500 firme non le raccogli con il vidimatore presente. Le raccoglie e poi le porti…”.
A seguito, poi, delle dichiarazioni di spese elettorali della Sindaca Appendino, abbiamo fatto un accesso agli atti e, una volta verificatane l’inconsistenza, deciso di procedere con un esposto di cui si dovrebbero conoscere a breve gli esiti.
Sulla questione del Salone del libro siamo intervenuti più volte per chiedere trasparenza e una politica di collaborazione tra Regione Piemonte e nuova amministrazione torinese per contrastare la concorrenza spietata di Milano, proponendo al contempo il coinvolgimento dell’Albania quale ospite d’onore del 2017 – dopo la scellerata proposta fatta lo scorso anno all’Arabia Saudita, fortunatamente sventata grazie anche alla nostra denuncia.
- Campagna elettorale di Torino
Con Idee per Torino da 5 anni abbiamo indicato la strada di riforme che il Partito Democratico avrebbe dovuto seguire. Proposte inascoltate che avrebbero potuto evitare la conquista della città da parte del M5S.
Abbiamo animato dibattiti e confronti da inizio anno per individuare le azioni più importanti per la Torino del futuro e sostenuto la candidatura di Silvio Viale nelle liste PD, per tentare nuovamente di avere nelle Istituzioni qualcuno capace di agire mettendoci la faccia.
Con gli amici dell’UAAR abbiamo sollecitato tutti i candidati alla carica di Sindaco di Torino a rispondere alle nostre richieste di laicità.
- Ambiente
Abbiamo animato il tavolo di lavoro interno a Radicali Italiani contro il consumo di suolo e quello sulla rottamazione edilizia e le verifiche degli edifici in seguito ai terremoti devastanti che hanno colpito il Centro Italia, predisponendo una nuova azione parlamentare da proporre all’On. Mara Mucci, ex deputata dei 5Stelle che da tempo collabora con Radicali Italiani.
Siamo stati in prima fila per denunciare il caso di malagiustizia che ha colpito il Sindaco di Lauriano (TO), Matilde Casa, costruendo una campagna mediatica che ha prodotto oltre mille firme a sostegno delle buone ragioni della Sindaca contro il consumo di suolo nel proprio comune, e il supporto del Segretario regionale del PD Davide Gariglio. La nostra mobilitazione ha contribuito a fare uscire la notizia sugli organi di informazione. L’assoluzione piena di Matilde Casa e il recente riconoscimento di “Ambientalista dell’anno” che le è stato tributato sono anche un nostro successo.
Abbiamo richiesto al Governo Renzi un impegno per una politica energetica europea che sappia contrastare le mire espansioniste di Putin e il suo continuo ricatto sul gas, ribadendo posizioni che da anni sosteniamo quasi in solitudine.
- Partecipazione
Consapevoli di come sia cambiato il modo di comunicare, di informare e di informarci e, in sostanza, di come sia cambiato il modo di fare politica, consapevoli quindi dell’importanza della comunicazione e della necessità di aumentare la nostra presenza sui social (anche cercando di ottemperare alla mozione particolare approvata dallo scorso congresso – che un po’ avveniristicamente ci impegnava a “ricercare, sviluppare e realizzare uno strumento telematico di partecipazione degli iscritti alla discussione ed elaborazione delle scelte politiche che si dovranno affrontare nel corso della vita associativa”) abbiamo cercato di implementare le possibilità di scambi di comunicazione e di informazione tra iscritti e simpatizzanti. Abbiamo quindi studiato le ormai non più nuove piattaforme (vedi Google+, Slack, Snapchat, ma anche Instagram o Pinterest), ma forse, anche su questo, non ci si rende abbastanza conto del tempo che occorrerebbe dedicarci. Perciò ci siamo limitati, per così dire, a mantenere le posizioni e a lavorare su quello che già abbiamo. Questi i risultati dallo scorso anno: la nostra pagina Facebook è passata da 2377 ‘mi piace’ a 3495; il gruppo Facebook è passato da 511 membri a 656; su Twitter siamo passati da 704 follower a 915; il canale YouTube ha 30 iscritti, solo 5 in più rispetto allo scorso anno, e in effetti su questo non abbiamo lavorato praticamente per nulla. L’unica flessione, ma per ovvi motivi di obsolescenza del mezzo, è sulla mailing-list passata da 156 iscritti a 144. Infine, il nostro indirizzario simpatizzanti è composto da circa 500 email a cui inviamo una newsletter a cadenza purtroppo irregolare. Al di là dei numeri, però, è bene tenere presente che, per esempio, alcuni dei nostri post su Twitter o su Facebook vengono visualizzati da migliaia di persone, ed è un dato da non sottovalutare. Abbiamo poi l’assoluta necessità di rinnovare il sito e produrre una nuova, aggiornata, brochure con cui farci conoscere ad esempio ai tavoli.
C’è poi il dibattito interno su dove vanno i Radicali, con Giovanni Negri che ha lanciato La Marianna, la partecipazione a Parma e Firenze a due appuntamenti di dibattito sul futuro dei Radicali, la partecipazione ai Congressi di Rebibbia del Partito Radicale e di Roma di Radicali Italiani; la nostra richiesta alla Presidente della Camera Laura Boldrini di inserire Adelaide Aglietta e Adele Faccio tra le grandi donne italiane da ricordare nella nuova “Sala delle Donne” di Montecitorio; le nostre denunce sul mancato rispetto dei termini per la presentazione delle relazioni su aborto (arrivata con 10 mesi di ritardo!) e sulle politiche sulla droga. E poi le collaborazioni con il mondo liberale, con l’ALDE, con la partecipazione al LiberalCamp a Torino e al Laboratorio Libdem a Milano, con i giovani federalisti europei e con Possibile, con il Coordinamento Piemontese Unitario per la Legalizzazione della Canapa, con i giovani democratici e con i socialisti e, lo ricordiamo sempre, con l’UAAR. Sta partendo inoltre la collaborazione con la neonata associazione universitaria di stampo liberale European Students for Liberty di Torino (tra i fondatori anche Laura).
Questo e molto altro ancora. Un elenco forse noioso e nemmeno del tutto esaustivo, che con molta fatica, ma anche con soddisfazione, ha onorato in ogni punto la Mozione dello scorso anno; salvo, lo diciamo con rammarico, per la legge regionale sulla trasparenza che, nonostante le buone intenzioni di Gariglio, non è ancora arrivata in Aula.
Un patrimonio di iniziative, di idee, di proposte, di intelligenze e di capacità, che vogliamo preservare e far fruttare. La politica occupata da insulti e accuse infondate, da dileggio e da menzogne come metodo di lotta non è la nostra politica. Abbiamo l’ambizione e la voglia di continuare a essere altro e vorremmo riuscire a creare attorno a questo piccolo nucleo di attivisti e di impegno qualcosa di più grande. Non per un’ambizione fine a sé stessa ma con la piena consapevolezza che se fossimo più forti, se avessimo più iscritti, più militanti attivi, se ci fosse una presa di coscienza da parte di altri e qualche finanziamento in più, potremmo moltiplicare la nostra capacità d’azione e la nostra capacità di incidere.
È questo uno dei punti più critici. Nonostante le numerose attestazioni di stima, che ci arrivano da più parti e che spesso si traducono in iscrizioni, nonostante gli incoraggiamenti a proseguire le nostre azioni, spesso ci sentiamo in grande difficoltà a portare avanti le iniziative. Spesso delle tante idee, intuizioni, proposte che riusciamo a elaborare, siamo in grado di realizzarne e portare a termine solo una piccola parte. Eppure basterebbero cinque, dieci, quindici persone in più disposte a dedicare una piccola parte del proprio tempo per dare corpo alle proprie passioni e ideali. Uscendo dalla logica dei ‘social’ e tornando alla politica del fare.
Certamente è anche un nostro limite, quello di non riuscire a coinvolgere altri da noi. Non siamo, per esempio, riusciti a far funzionare una giunta di coordinamento, non siamo riusciti a mettere in piedi una task force realmente operativa per la campagna Legalizziamo. Altro potremmo rilevare. Quello che però ci preme è che, soprattutto da questo dibattito congressuale, più che grandi teorie vengano fuori proposte concrete e impegni, anche critiche se necessario, ma non lasciamoci con un “armiamoci e partite” perché occorre essere consapevoli che non riusciremmo a essere all’altezza delle nostre ambizioni.
Per concludere. Molti di noi hanno spesso paventato il rischio di divenire solo capaci di essere testimonianza. Testimoniare le nostre buone ragioni è già qualcosa di importante ma non possiamo certo accontentarci e in questi anni abbiamo dimostrato sul campo che siamo capaci di portare a casa risultati concreti e che possiamo riuscire ogni tanto a inserire un fastidioso granello nell’ingranaggio della politica politicante italiana, regionale e comunale. Guardando solo a questo 2016, lo abbiamo dimostrato con le denunce sulla censura ai manifesti di Tamara de Lempicka durante la venuta del Papa, lo abbiamo dimostrato con l’eliminazione della ricetta per la contraccezione d’emergenza, lo abbiamo dimostrato nella proposizione del nostro piano di pace per la Siria che è stato fatto proprio dal Parlamento italiano, lo abbiamo dimostrato con le migliaia di firme raccolte ai tavoli sulla legalizzazione della Cannabis.
Ci piacerebbe avere la forza, con Radicali Italiani, di dare un impulso concreto per la riforma della legge elettorale nazionale in senso uninominale e maggioritario, come richiesto da milioni di italiani in due occasioni referendarie, e per la costruzione finalmente degli Stati Uniti d’Europa. Sembra folle che un manipolo di iscritti di una piccola e sgangherata organizzazione lo chiedano ma abbiamo la follia e la saggezza di sapere che non solo si può fare ma sentiamo di doverlo fare.
Un aspetto che riteniamo assolutamente centrale e imprescindibile è quello dell’autofinanziamento, sia per una questione di merito che di metodo. Riuscire a mandare avanti la baracca è stato incredibilmente difficile; un grazie a Silvio, a Nella in particolare per i loro contributi straordinari e a tutti gli altri che hanno messo mano al portafogli per dare linfa all’Associazione. Speriamo che questo 2017 possa anche essere l’anno nel quale molti altri e molti di più sentano il bisogno e l’urgenza di investire tempo, fantasia, energia e denaro nell’Associazione Aglietta, nell’iscrizione a Radicali Italiani e all’Associazione Luca Coscioni che oggi più che mai rappresentano una occasione e un baluardo di rilancio delle iniziative radicali, e in quella al Partito Radicale che ha lanciato la campagna sul raggiungimento di 3000 iscritti nel 2017 e nel 2018 per non chiudere.
Infine, un appello alla ragione lo vogliamo rivolgere all’intero mondo radicale innanzitutto, ma anche al variegato mondo liberale e socialista e a quelle frange del Partito Democratico non invischiate in una sterile lotta tra correnti, con la convinzione profonda che occorra unire le poche forze che ci sono, smettendola di utilizzare molto del tempo e delle energie per combattere supposti avversari interni con il solo risultato di deprimere le possibilità complessive di ottenere risultati concreti. Non siamo in un momento della storia qualsiasi, siamo di fronte al peggiore dei periodi dall’ultimo dopoguerra. Non si tratta di essere allarmisti ma semplicemente di leggere eventi che sono sotto gli occhi di tutti coloro che hanno la capacità di osservare: quello che sta accadendo a contorno della nostra Europa disunita è la premessa per quello che potrà accadere a casa nostra nel medio periodo se non sapremo far trionfare la laicità e il federalismo, le politiche liberali e i diritti. Le bombe di Aleppo, i mortai russi in Crimea, la repressione da parte di Erdogan, il caos libico, insieme ai presagi di sventura che nascono da una alleanza tra Putin e Trump e la mandria di opportunisti della peggior specie che crescono in tutti i Paesi d’Europa, devono essere un motore di cambiamento e di superamento di piccole divisioni per far nascere nuovi assetti e nuove case comuni.
In Italia e in Europa c’è bisogno di più liberali e meno protezionisti, di più laicità e meno fondamentalismo, di più apertura e meno fili spinati, di più ragionevolezza radicale e meno rivolte plebee.
C’è bisogno di noi, nel senso più ampio del termine, ma purtroppo per ora le nostre risorse non sono all’altezza di quel che occorre ed è urgente rimediare.
Torino, 18 dicembre 2016 Igor Boni, Laura Botti, Silvja Manzi