Si è svolta oggi, presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, una conferenza stampa a seguito dell’apertura di un “Centro di Rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk” a Torino e sulla conseguente interrogazione parlamentare, presentata dai deputati piemontesi del Partito Democratico Davide Mattiello, Antonio Boccuzzi, Umberto D’Ottavio, Silvia Fregolent, Paola Bragantini, Anna Rossomando.
Sono intervenuti i deputati Davide Mattiello e Umberto D’Ottavio, Lorenzo Berto responsabile comunicazione Gioventù Federalista Europea, Simone Potè di RetròScena (per il progetto “Sul Confine”), Diego Montemagno presidente Associazione Acmos (che ha presentato l’iniziativa “Meridiano d’Europa”), Igor Boni e Silvja Manzi della Direzione di Radicali Italiani e coordinatori dell’Associazione Aglietta.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche il Console d’Ucraina a Milano Yevhen Shkvyra.
Igor Boni (Direzione Radicali Italiani, coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta)
La nostra iniziativa, che culmina in questa conferenza stampa, vuole contrastare il tentativo strisciante di accreditare un “consolato” a Torino (primo in Italia) della Repubblica secessionista del Donbass, grazie all’opera dell’esponente di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone. I filo-russi ci hanno già provato in Cecoslovacchia ma sono stati subito stoppati dal Governo ceco. Purtroppo, finora, il governo italiano è rimasto alla finestra; ma siamo certi che, grazie all’interrogazione parlamentare (n. 4/15137, primo firmatario Davide Mattiello, presentata l’11 gennaio 2017), il Governo italiano interverrà per fare chiarezza, rimandando al mittente il tentativo di accreditare un’entità creata illegalmente, che si regge unicamente grazie ai carri armati di Putin.
Rivolgo un appello al centro-destra piemontese affinché si dissoci dall’iniziativa di Marrone. Sono sicuro che la maggioranza degli elettori di centro-destra non intendono essere iscritti al partito di Putin.
Davide Mattiello (deputato PD)
Ho indossato per l’occasione un “poncho europeista”, con la bandiera dell’Unione Europea, e sono orgoglioso di farlo nella sede radicale, per omaggiare la figura di Marco Pannella. Ricordo che nel dicembre 2004 noi di Acmos eravamo a Kiev per sostenere la prima “rivoluzione arancione”, per sostenere quei giovani europeisti ucraini che, sventolando le bandiere dell’Unione Europea, si opponevano ai brogli elettorali del governo filo-russo. Non abbiamo entusiasmi che ci accecano; conosciamo i problemi che attanagliano l’Unione Europea, ma non dimentichiamo cosa c’è alle spalle di quest’Unione, seppure imperfetta: due terribili guerre mondiali, due atroci massacri, a cui sono seguiti settant’anni di pace e prosperità. Cosa ci propongono in alternativa i Marrone, i Salvini? Ci propongono il neo-feudalesimo, il rinchiudersi a riccio nelle proprie piccole patrie, illudendosi (chi di loro è in buona fede) che i muri siano sufficienti a fermare una globalizzazione inevitabile. Guai a chi soffia sul fuoco!
Umberto D’Ottavio (deputato PD)
Quella che denunciamo oggi non è una vicenda locale, ma è una questione nazionale. Occorre opporsi “senza se e senza ma” al nazionalismo fascista (questo è l’attributo giusto), degnamente rappresentato dalla sedicente “repubblica del Donbass”. Non smetteremo di fare pressione finché il Governo italiano – nato solo un mese fa – condanni nettamente l’iniziativa di Maurizio Marrone.
Lorenzo Berto (Gioventù Federalista Europea)
Chi in Europa critica l’Unione Europea dovrebbe sapere che a Kiev ci sono stati giovani che hanno preso le manganellate, ma anche i proiettili, della polizia inneggiando all’Unione Europea. L’hanno fatto perché sapevano quale era l’alternativa a una UE, pur con tutte le sue inadeguatezze. L’alternativa era ed è Putin, un regime autoritario che nega le libertà e i diritti civili che stanno a fondamento dell’Europa.
Di fronte alle minacce che abbiamo davanti, occorre rilanciare il progetto spinelliano di “Stati Uniti d’Europa”, approfittando di un appuntamento di grande rilevanza: Roma, 25 marzo, 60° anniversario dell’Unione Europea. Tutti a Roma il 25 marzo!
Simone Potè (Associazione RetròScena)
Siamo andati in Ucraina per conoscere direttamente cosa stava succedendo. Abbiamo incontrato vari esponenti della società civile ucraina e abbiamo visto i loro sforzi per uscire dal torpore in cui i regimi autoritari ammantano tutta la società e per acquisire il necessario “know how” per saper parlare di “diritti civili”, di “libertà politiche”. Sul “caso torinese” ci deve essere una risposta chiara del governo.
Diego Montemagno (ACMOS)
Stiamo ormai accettando l’inaccettabile, abbassando sempre di più l’asticella, invece di alzarla. È fondamentale sia un’azione di informazione nelle scuole sia viaggi in tutta Europa, per sostenere chi si batte, anche in Ungheria, contro la deriva nazionalista.
Silvja Manzi (Direzione Radicali Italiani, coordinatrice Associazione radicale Adelaide Aglietta, membro Comitato diritti umani regione Piemonte)
Quello che accade ora non è nato improvvisamente ma è solo l’ultima puntata di una serie che ha avuto inizio in Cecenia ben 18 anni fa. Allora un’Unione Europea già imbelle lasciò che un illustre sconosciuto, Vladimir Putin, cooptato da Eltsin alla guida della Russia, portasse avanti un sistematico genocidio (100.000 ceceni uccisi su una popolazione di un milione di abitanti, Grozny completamente rasa al suolo). Il Piano di pace promosso dal Partito Radicale transnazionale, con l’accordo del legittimo governo ceceno, e inviato a tutte le cancellerie europee, fu completamente ignorato e censurato. Dopo la Cecenia, fu la volta della Georgia nel 2008 (prima modifica territoriale in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, attuata con la forza). Il silenzio su Cecenia e Georgia ha reso possibile l’annessione russa della Crimea e la creazione di un’entità illegale nel Donbass.
E in Italia, in Piemonte, l’iniziativa di Marrone è stata preceduta dalla costituzione dell’Associazione Piemonte Russia, che espressamente pone a modello politico per gli europei la Russia di Putin.
Ha inviato il suo intervento Mauro Voerzio (StopFake), che sta svolgendo un incessante lavoro sulla Rete per scoprire e denunciare le “bufale” seminate a piene mani dagli amici di Putin.
«Ringrazio innanzitutto i partecipanti e chi si è impegnato per l’organizzazione della conferenza stampa e per l’interrogazione Parlamentare. Non posso essere tra voi in quanto impegnato a Kiev ma ho voluto comunque far pervenire questo mio piccolo contributo. Sono Mauro Voerzio, responsabile della pagina italiana di StopFake, un progetto dell’università del giornalismo di Kiev che dal 2014 si occupa del debunking della propaganda russa.
Ritengo preoccupante l’iniziativa della cosiddetta DNR in Italia. Avendo avuto modo di studiare sul campo gli effetti della propaganda a partire dalla rivoluzione del Maidan sino ai giorni attuali in Ucraina e le modalità con cui essa viene proposta al grande pubblico, Ho notato negli ultimi mesi utilizzare le stesse tecniche di disinformazione anche in Italia con il chiaro intento di destabilizzare il nostro sistema democratico. Il percorso è quello già ampiamente testato in Ucraina e poi ripreso in Gran Bretagna in occasione della Brexit sino alle recenti elezioni americane.
Si crea una verità parallela in stile orwelliano e si utilizza la rete e partiti politici accondiscendenti per divulgare teorie del tutto contrarie alla nostra società. Così la difesa della famiglia tradizionale si trasforma in omofobia e si propaganda un modello estero che in questi giorni ha cancellato il reato di violenza domestica derubricandolo a una sanzione amministrativa, la difesa della nostra cultura diventa xenophobia e viene chiesto agli italiani di allearsi ad un Paese che è in fondo a tutte le classifiche per la libertà di stampa ed il rispetto dei diritti umani.
L’apertura del centro di rappresentanza della DNR di per sé non rappresenterebbe un pericolo se non fosse che si proponga di istituzionalizzare una realtà riconosciuta a livello internazionale per essere gli autori materiali del più grave atto terroristico avvenuto in Europa negli ultimi decenni, l’abbattimento del volo MH17. Nelle milizie terroristiche della DNR combattono e si addestrano anche numerosi mercenari italiani provenienti dall’area dell’estrema destra, sono i cosiddetti foreign fighters che sembrano però creare apprensione solo se di matrice islamica.
Torino è la seconda sede in Europa della DNR, la prima è stata aperta alcuni mesi orsono in Repubblica Ceca a Ostrava dove un gruppo paramilitare di estrema destra ha dato vita ad una associazione simile. In quel caso però il Ministero degli Esteri Ceco si era subito affrettato con una nota a disconoscere l’iniziativa e a definire l’operazione come una operazione di “giardinaggio” volta cioè a “seminare” la società in attesa di ulteriori sviluppi.
Sono molti gli elementi che negli ultimi mesi sono emersi circa il lavorio della Russia in Italia, vi sono segretari di partito che parlano più di Russia che di Italia, forze politiche che utilizzano foto Fake in Parlamento per sostenere che i soldati ucraini sono cannibali e nelle ultime ore abbiamo anche assistito a dichiarazioni al limite dell’eversione circa la nostra missione in Libia che si sta fronteggiando con le forze del Generale Haftar sostenuto da Mosca. Quella dell’apertura del centro di rappresentanza della DNR a Torino si inserisce in questa ottica seguendo a pochi mesi di distanza l’apertura dell’Associazione Piemonte Russia il cui presidente è quell’Aleksandr Dugin noto teorico delle posizioni rossobrune nonché consulente del Presidente Putin.
L’Italia vive un momento delicato della sua democrazia all’interno di un panorama geopolitico in veloce evoluzione. Alfine di preservare le nostre istituzioni democratiche è necessaria la massima vigilanza di tutti gli organi preposti, ma anche creare una “nuova cultura dell’informazione” rendere cioè i cittadini più autonomi ed in grado di comprendere quando sono di fronte alla manipolazione della realtà. Una cittadinanza più informata e più autonoma è garanzia di democrazia ed infatti i regimi autoritari tendono sempre al controllo totale dell’informazione proprio per sottomettere le menti della popolazione. Ai nostri lettori suggeriamo sempre di verificare ciò che scriviamo perché nessuno dovrebbe mai prendere per oro colato ciò che dichiarato o scritto da chicchessia. Oggi la tecnologia ci dà delle opportunità incredibili, possiamo leggere la stessa notizia sul Corriere, su Al Jazeera, sulla BBC o la CNN, ognuna con un proprio taglio e una propria visione. Chi effettua lo sforzo di fare una media ponderata degli articoli è probabile che sarà più informato chi segue solo il suo TG preferito o il suo politico di riferimento.
La battaglia contro le bufale non si vince con delle strette sull’informazione o assurdi “tribunali del popolo”, ma fornendo gli strumenti culturali alla popolazione per metterla in grado di discernere tra chi cerca onestamente di fare il proprio lavoro e chi invece cerca di sfruttare la propria posizione per trarne vantaggi personali.
Oggi come ai tempi bui del terrorismo c’è chi sta lavorando affinché il nostro sistema liberale entri in crisi e lo si possa sostituire con uno nuovo del tutto illiberale e antidemocratico. Ben vengano quindi tutte le iniziative di confronto e dibattito e l’utilizzo di tutti gli strumenti della nostra democrazia per bloccare pericolose derive autoritarie che ogni giorno prendono sempre una forma più chiara e definita.»
La conferenza stampa registrata da Radio radicale: www.radioradicale.it/scheda/497383/centro-repubblica-popolare-di-donetsk-un-pericolo-per-il-futuro-delleuropa
Il comunicato sull’apertura del Centro di Rappresentanza in Italia della Repubblica Popolare di Donetsk: www.radicali.it/20161214/russiaucraina-radicali-vergognosa-apertura-del-finto-consolato-repubblica-popolare-donetsk/
Il comunicato sull’Associazione Piemonte Russia (del 2015): www.associazioneaglietta.it/2015/06/27/russiaconsiglio-regionale-radicali-vergogna-per-la-costituzione-dellassociazione-piemonte-russia/
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