TSO/Torino: da Radicali Italiani una “legge Mastrogiovanni” per riformarlo. E presentano denuncia a procura e garante nazionale detenuti sul caso del torinese Decicco. Capano: “Sua vicenda conferma inadeguatezze procedura”
È stata presentata oggi a Torino la “Legge Mastrogiovanni”, la proposta di riforma del TSO, simbolicamente intitolata a Franco Mastrogiovanni, su cui Radicali Italiani ha lanciato la campagna “La libertà è terapeutica”.
A presentare la proposta, in una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione radicale “Adelaide Aglietta”, Michele Capano, avvocato tesoriere di Radicali Italiani, con Igor Boni e Silvja Manzi, della Direzione di Radicali Italiani, Stefano Mossino e Antonella Nobile, dell’Associazione Aglietta, Lorenzo Peyrani del “Mad Pride”, e Giampietro Decicco, torinese sottoposto nell’ultimo mese a quattro TSO.
Tre i punti principali della legge illustrati da Michele Capano, che ha spiegato come la vicenda di Decicco testimoni la necessità di rivedere profondamente l’istituto del TSO.
Il primo riguarda il diritto alle informazioni. Giampietro Decicco, nonostante esplicita richiesta, non è stato messo nelle condizioni di conoscere i contenuti dell’ordinanza che ha disposto il TSO. La proposta di riforma di Radicali Italiani introduce invece la notifica obbligatoria di tale provvedimento e include la possibilità di reclamo.
Il secondo punto riguarda il diritto del malato di essere presente all’udienza tenuta in sede di eventuale reclamo; Giampietro Decicco, nonostante la richiesta, non è stato posto in grado di partecipare all’udienza dinanzi al Tribunale di Torino in cui si contestava il TSO. Tale circostanza è stata fatta presente in un esposto al Garante nazionale dei Ristretti.
Il terzo punto riguarda la durata determinata del TSO: Giampietro Decicco ha subito negli ultimi 10 anni decine di Trattamenti sanitari obbligatori, in un caso protratti per oltre tre mesi, e da ultimo è stato sottoposto a quattro TSO pressoché consecutivi. La questione è stata sollevata dall’avvocato Capano nell’udienza che si è svolta stamane al Tribunale di Torino. Capano ha fatto presente che il combinato disposto tra rinnovi ad libitum del TSO e motivazioni standardizzate e laconiche per ogni ordinanza di rinnovo apre la strada surrettiziamente a un ripristino del manicomio che la Legge 180 voleva in realtà abolire, e ha quindi sollecitato il Collegio a interrogarsi sulla legittimità costituzionale di una norma interpretata in modo tale da consentire questi rinnovi indefinitivamente. La proposta di riforma di Radicali Italiani abbassa da 7 a 4 giorni la durata del TSO, prevedendo un tetto massimo di 3 rinnovi per un totale di 12 giorni.
Ma non è tutto. Sul caso di Decicco è stato inoltre presentato un esposto alla procura della Repubblica poiché, come evidenziato da Capano, mentre Giampietro Deccicco si trovava in Trattamento Sanitario Volontario, dopo tre TSO consecutivi, è stato obbligato con la forza all’assunzione di un farmaco. Successivamente si è proceduto alla richiesta di un quarto TSO. L’azione terapeutica senza consenso, però, deve seguire – e non precedere – l’ordinanza sindacale di TSO. Per questo è stato presentato un esposto per violenza privata ai danni del paziente.
«Diviene così evidente – spiega Capano – la mortificazione della persona e l’uso – palese nel caso di Decicco – del TSO come misura periodica di risposta a un disagio socio-economico e familiare e non come misura di “extrema ratio” per ragioni terapeutiche».
In attesa delle determinazioni del Tribunale Civile di Torino, della Procura della Repubblica e del Garante dei Ristretti, Capano ha espresso apprezzamento per il sostegno di Lorenzo Peyrani del “Mad Pride” all’impegno di Radicali Italiani.