Droghe/Radicali: pubblicata con tre mesi di ritardo Relazione al Parlamento. Dati sono ennesima testimonianza fallimento regime proibizionista. Premier Conte tolga deleghe a Fontana per assoluta inadeguatezza e si ricostituisca subito intergruppo parlamentare antiproibizionista.
Riccardo Magi (deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani) e e Giulio Manfredi (Radicali Italiani):
Con tre mesi di ritardo il ministro Lorenzo Fontana ha finalmente fatto pubblicare sul sito del Dipartimento Antidroga la Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2017. Nel rapporto si legge che “… le attività economiche connesse al mercato delle sostanze psicoattive illegali rappresentano circaa il 75% di tutte le attività illegali e pesano per circa lo 0,9% sul PIL. Il consumo di stali sostanze è stimato valere 14,4 miliardi di euro …”. La purezza delle droghe in circolazione è aumentata; è aumentato il consumo. Nel 2017 ci sono stati 294 decessi droga-correlati, con un aumento di quasi il 10% rispetto al 2016. Dal 1973 vi sono stati in Italia 25.000 decessi droga correlati.
Bastano questi dati per dimostrare (per l’ennesima volta) il fallimento del regime proibizionista: girano sempre più sostanze illegali, sempre più pure, per un numero di consumatori sempre maggiore, a vantaggio di narcomafie sempre più potenti. Di fronte a tutto questo, il ministro Fontana ci propina una paginetta di presentazione in cui ripropone con sciatteria il credo proibizionista. L’unico intervento degno di nota di Fontana in questi mesi è stata l’utiizzazione abusiva del sito del Dipartimento Antidroga a suo uso e consumo, che la Relazione giustifica così: “arricchimento dell’offerta informativa, allineando il sito al portale www.governo.it”. Nemmeno il famigerato trio Berlusconi/Giovanrardi/Serpelloni sarebbe arrivato a tanto.
Di fronte a tutto questo, è doverosa la nostra richiesta al premier Conte di togliere al ministro Fontana le deleghe sulle tossicodipendenze, per manifesta incapacità ed inadeguatezza. Ma occorre che il fronte antiproibizionista reagisca con atti concreti, che si otttengal la calendarizzazione della legge di iniziativa popolare “Legalizziamo” e che si ricostituisca in Parlamento l’intergruppo per la legalizzazione.
E occorre che tutte le organizzazioni del privato sociale inizino a ragionare sulla convocazione motu proprio di una Conferenza nazionale sulle droghe, che per legge dovrebbe tenersi ogni tre anni, e che per responsabilità di ben quattro governi non si tiene in Italia dal 2009.