Consultazione popolare è prevista da Statuto regionale. Le “madamine del SI’ TAV” continuano a rimanere alla finestra?
Giulio Manfredi (Giunta Radicali Italiani e Associazione Aglietta):
Eravamo abituati finora a Matteo Salvini che, di volta in volta, faceva il premier, il ministro degli esteri, dei trasporti, della salute. Oggi, invece, è il premier Conte che ruba il mestiere a Salvini, rispondendo a spron battuto alla lettera che il Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha inviato oggi al ministro degli Interni (responsabile del procedimento elettorale) contenente la richiesta di affiancare alle elezioni europee e regionali una “consultazione popolare”, in Piemonte, sulla TAV.
Innanzitutto, la risposta di Conte è irrituale e fuori luogo; per uno come lui sempre attento alle virgole e ai lemmi, denota un grande nervosismo e una grande voglia di mettere il bavaglio alla discussione sulla TAV.
Poi la risposta di Conte è sbagliata giuridicamente, cosa ancora più grave per un professore di diritto costituzionale come lui. L’art. 86 dello Statuto della Regione Piemonte prevede espressamente, fra gli “altri istituti di partecipazione”, l’istituto della “consultazione popolare” su provvedimenti che interessano particolari categorie o settori della popolazione. Nella sua lettera a Salvini il presidente Champarino si richiama espressamente all’art. 86. E’ puro buon senso chiedere al titolare del Viminale di poter affiancare alle elezioni previste per il 26 maggio la consultazione popolare, al fine di utilizzare le strutture dei seggi elettorali e di risparmiare soldi dei contribuenti.
Ora che il gioco si fa duro e partono colpi proibiti, è auspicabile che le “madamine del SI TAV” non rimangano ancora silenziose sulla questione “consultazione popolare” (come sono state silenziose mentre l’Appendino e la sua maggioranza affossavano la nostra richiesta di referendum comunale) ma appoggino convintamente la richiesta di Sergio Chiamparino.
Non è qui in gioco il posizionamento alle prossime elezioni regionali; è in gioco il sostegno a un’iniziativa, quella della consultazione popolare, che si rivela ogni giorno di più urgente e necessaria per sconfiggere il gioco del rinvio sine die della decisione finale sulla TAV, gioco in cui Conte e Di Maio sono campioni e Salvini è complice e connivente.