Manzi e Manfredi (Radicali Italiani): Inquirenti torinesi sentano consigliere regionale FdI Maurizio Marrone, presente nel 2017 a una cena a Lugansk (Donbass) con ricercato fascista Andrea Palmeri. L’avevamo già richiesto formalmente due anni fa a Procure di Torino e Lucca.Silvja Manzi (segretaria di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Giunta RI e Associazione radicale Adelaide Aglietta):Quando Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio Regionale del Piemonte, definisce “guerra civile” la “guerra d’aggressione” attuata da Vladimir Putin in Ucraina tramite i secessionisti del Donbass, ripete la stessa menzogna utilizzata negli anni ’90 del secolo scorso, quando in troppi definivano “guerra civile” la “guerra d’aggressione” attuata da Slobodan Milosevic in Jugoslavia tramite i secessionisti Mladic e Karadzic. Peraltro, Milosevic fu sostenuto fino alla fine dalla Russia.Ma finché si tratta di diverse visioni politiche fra noi radicali e Maurizio Marrone, non vivendo in Russia ma nella libera Unione Europea ognuno può dichiarare ciò che vuole.Il problema è un altro: noi radicali denunciammo nel 2017 la presenza di Maurizio Marrone nel Donbass e la sua partecipazione a una cena, a Lugansk, con altri politici europei amici dei secessionisti filorussi, e con il signor Andrea Palmeri, fascista dichiarato, ex capo ultras dei tifosi della Lucchese. Nel 2017 Palmeri era già stato condannato in secondo grado per associazione a delinquere, nonché sottoposto a obbligo di dimora in attesa della sentenza della Cassazione; ma anziché rimanere a Lucca, Palmeri è andato a combattere con i secessionisti del Donbass (a libro paga di Putin) ed è attualmente ricercato dalla Procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta sui reclutatori italiani di mercenari per il Donbass.Il 14 giugno 2017 inviammo una richiesta alle Procure di Lucca e di Torino affinché venisse ascoltato il consigliere Maurizio Marrone, al fine di ottenere dallo stesso elementi utili su Andrea Palmeri. In questi due anni non abbiamo avuto alcun riscontro alla nostra richiesta che, alla luce di quanto è accaduto nel frattempo, ci pare ancora del tutto valida e attuale.
(foto La Stampa)