Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Patrizia De Grazia (coordinatrice Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“Ieri a Torino un folto gruppo di autonomi è sceso in strada a difesa di due persone che avevano scippato un signore di 66 anni, uscito in strada per gettare l’immondizia, e che erano state giustamente bloccate dalle forze dell’ordine. Non contenti di questa “nobile impresa”, hanno tentato di sobillare i cittadini invitandoli a scendere in strada contro polizia e politici perché ‘il virus lo hanno portato loro. Ci stanno facendo ammalare, ci stanno ammazzando. E’ ora di occupare la strada e di dare alla polizia e ai politici quello che loro danno a noi’ (fonte: “La Stampa” , 20/04/2020).
Intanto monta sui social la campagna “25 aprile, ore 17 scendiamo in strada” su cui si è buttata Forza Nuova, tutta contenta di strumentalizzare la data più odiata dai fascisti di ieri e di oggi, incitando alla rivolta contro la polizia e i politici.
Non siamo marxisti ma concordiamo con Marx quando ammoniva che “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Negli anni ‘70 del secolo scorso sia i terroristi neri sia le Brigate Rosse si scagliavano contro le leggi dell’emergenza nazionale e chi, come allora i radicali di Marco Pannella, Emma Bonino e Adelaide Aglietta, osava contestare quelle stesse leggi in nome della difesa della Costituzione e della nonviolenza era criminalizzato e additato a ‘collaborazonista dei brigatisti’. La tragedia di quegli anni rischia di tramutarsi nella farsa di questi giorni e, come allora, ai violenti sono assicurate pagine di giornali, mentre i nonviolenti radicali, pur impegnati in numerose iniziative (dalla legalizzazione dei lavoratori irregolari al rilancio della legalizzazione della cannabis alla denuncia del silenzio sulla situazione delle carceri ai tempi del Covid), sono censurati.
Un ultimo piccolo particolare: quando Adelaide Aglietta, segretaria del Partito Radicale, accettò 42 anni fa di fare la giurata popolare al processo contro le Brigate Rosse, la sede centrale del Partito Radicale era chiusa per mancanza di fondi. Oggi la sede centrale di Radicali Italiani è aperta ma la situazione finanziaria è gravissima. Urgono iscrizioni e contributi per non far morire l’unica alternativa liberale e libertaria”.