Abbiamo annullato il flash mob per sollecitare la ricostituzione del Comitato Diritti Umani e Civili della Regione Piemonte, previsto per oggi 20 aprile alle 12,30, su richiesta della Questura per una manifestazione concomitante prevista antecedentemente.
Qui di seguito pubblichiamo la lettera aperta inviata, nei giorni scorsi, ai Consiglieri e alla Presidenza della Regione Piemonte.
Egregio Presidente,
Gent. Consigliere/a,
Le scriviamo questa lettera a causa di un fatto, a nostro avviso particolarmente grave, che, ci auguriamo, possa essere risolto al più presto anche grazie alla Sua sensibilità e azione al riguardo.
Come sa, il Comitato Diritti Umani e Civili della Regione Piemonte aspetta di essere ricostituito da quasi due anni. Il bando per la presentazione delle candidature veniva istituito solo lo scorso anno, con scadenza il 19 Ottobre 2020 e, nonostante il grande ritardo con cui arrivava, eravamo convinti che presto il Comitato avrebbe iniziato i propri lavori. Purtroppo così non fu, in quanto la Commissione consultiva per le Nomine del Consiglio Regionale dispose la riapertura del bando (a seguito di ragioni inspiegabili tanto dal punto di vista della legittimità del bando, quanto del numero di candidature pervenute in quell’occasione). Adesso – metà Aprile 2021! – sebbene anche tale riapertura risulti ormai chiusa, il Comitato Diritti Umani non soltanto non è al lavoro, ma i suoi componenti non sono ancora neppure stati nominati.
Considerata la situazione politica globale in cui ci troviamo a vivere, guardando con preoccupazione lo stato di diritto che si deteriora e le violazioni dei diritti umani moltiplicarsi anche a causa della pandemia che tutto ha paralizzato, fuorché il pugno di ferro dei regimi più antidemocratici del mondo, Le chiediamo di intervenire affinché questo gravissimo ritardo da parte del Consiglio di Regione Piemonte, cessi al più presto.
Il ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali (che, come sa, ha lavorato anche nella nostra Regione) rischia di morire in carcere a causa delle condizioni disumane di detenzione in cui viene tenuto e della ingiusta condanna a morte che pende sulla sua testa. Patrick Zaki è in carcere da oltre un anno, torturato, picchiato, minacciato e senza alcuna garanzia di poter tornare in Italia vivo e in tempi brevi. Dai campi di rieducazione in Cina, al colpo di Stato da parte della Giunta militare birmana, dalla detenzione di oppositori in Russia alle condanne a morte in Iran, alle proteste in Turchia, in Bielorussia, in Polonia, in Ungheria, a Hong Kong, in Thailandia, in Nigeria, alla situazione intollerabile dal Venezuela alla Siria. Tristemente, potremmo andare avanti per pagine intere. Le scriviamo perché la nostra Regione è sempre stata in prima fila per la tutela dei diritti umani, civili e politici dei cittadini e vorremmo continuare a poter dire di esserlo.
Martedì 20 Aprile ci troveremo sotto il Consiglio Regionale alle ore 12:30 per chiedere che il Comitato Diritti Umani e Civili venga nominato e possa finalmente riportare i diritti delle persone al centro di un dibattito di cui tanto abbiamo bisogno.
Il 25 aprile festeggeremo la Festa della Liberazione, che l’Italia ha ottenuto ben 76 anni fa. Molti popoli, milioni di persone in tutto il mondo stanno ancora lottando per la loro Liberazione, per la loro libertà. Consapevoli dei nostri limiti, personali e collettivi, operiamo tutti insieme per istituire un “Comitato Diritti Umani” che sia utile, nel suo piccolo, a quei popoli, a quelle persone.
Cordialmente,
Patrizia De Grazia, Daniele Degiorgis, Silvio Viale, coordinatori Associazione Radicale Adelaide Aglietta
Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani