Nella corso della conferenza stampa tenutasi ieri presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta sono intervenuti: Patrizia De Grazia e Silvio Viale (coordinatori Associazione Aglietta, candidati alle elezioni comunali di Torino nella “Lista Civica Lo Russo Sindaco); Igor Boni (presidente Radicali Italiani); Alberto Ventrini (avvocato radicale).
Sintesi della conferenza stampa:
L’articolo 60, comma 1, punto 11) del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) così recita:
“1. Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, consigliere metropolitano, provinciale e circoscrizionale …. 11) gli amministratori ed i dipendenti con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale di istituto, consorzio o azienda dipendente rispettivamente dal comune o dalla provincia;….”
L’articolo 60, comma 3, così recita: “3. Le cause di ineleggibilità previste nei numeri 1), 2), 3), 4), 5), 6), 7), 9), 10), 11) e 12) non hanno effetto se l’interessato cessa dalle funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell’incarico o del comando, collocamento in aspettativa non retribuita non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature…”
Paolo Damilano risulta ancora essere presidente della “Film Commission Torino Piemonte”, che è “una Fondazione senza fini di lucro, voluta e sostenuta finanziariamente dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, che ne sono i soci fondatori” (vedi sito Film Commission). La figura giuridica della “Fondazione” ricade sotto la categoria di “istituto”, citato dalla legge suddetta.
Alla luce degli articoli di legge succitati, Paolo Damilano avrebbe dovuto dimettersi dalla carica entro le ore 12:00 di sabato 4 settembre 2021 (termine ultimo per la presentazione delle candidature per le elezioni comunali di Torino del 3-4 ottobre 2021). Non ci risulta che l’abbia fatto.
Se l’ha fatto, invitiamo Paolo Damilano a pubblicare la sua lettera di dimissioni, debitamente protocollata dagli uffici amministrativi della “Film Commission Torino Piemonte”.
Se non l’ha fatto, annunciamo qui che se Paolo Damilano sarà malauguratamente eletto sindaco di Torino, l’Associazione radicale Adelaide Aglietta presenterà al Tribunale Civile di Torino un’ “azione popolare” (strumento espressamente previsto dall’art. 70 del succitato D. lgs. n. 267/2000) per farlo decadere dalla carica di sindaco. Lo strumento dell’ “azione popolare” è stato proficuamente utilizzato dall’Associazione Aglietta nei suoi vent’anni di vita per fare sancire dalla magistratura ordinaria le “incompatibilità” di vari esponenti politici, da Nicoletta Albano a Rolando Picchioni a Roberto Cota a Maurizio Marrone. Sarebbe questa la prima “azione popolare” inerente la ben più pesante fattispecie dell’ineleggibilità.
Intanto, pur se i termini perentori fissati dalla legge sono stati abbondantemente superati, sarebbe cosa buona e giusta che Paolo Damilano presentasse finalmente le sue dimissioni. Ci risulta francamente incomprensibile che Damilano, abbia annunciato le sue dimissioni dalle cariche ricoperte nelle aziende private di famiglia e non si sia, invece, dimesso da una carica pubblica, che può’ essere oggetto di strumentalizzazioni elettorali e proprio per questo è soggetta a termini di legge rigorosi