Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Con la sentenza di ieri che ha messo al bando Memorial, la più antica organizzazione per la difesa dei diritti umani in Russia, Putin ha chiuso degnamente l’anno 2021, iniziato con l’arresto, il processo farsa e la condanna di Alexej Navalny e proseguito con la realizzazione di elezioni politiche assolutamente non libere ma con il risultato già scritto. Tutto questo mentre da inizio pandemia sono già morti oltre 300.000 russi per Covid-19 ma tutto questo non ha portato ad alcuna mobilitazione seria e reale delle autorità per fermare la strage.
Mancava solamente la ciliegina sulla torta avvelenata ed è arrivata ieri: riabilitazione dello stalinismo, con conseguente condanna di chi, come Memorial, ha in oltre trent’anni di attività raccolto un archivio di testimonianze incontestabili sui milioni di vittime dello stalinismo.
Da ieri questo archivio è in grave pericolo; la comunità internazionale deve battersi perché non ne sia impedita la fruizione o, peggio, non sia distrutto.
Sarebbe l’ennesimo crimine di Vladimir Putin, che, da buon ex membro del KGB, è ormai senza veli e ipocrisie il continuatore del regime sovietico; siamo tornati indietro di quasi quarant’anni, al 1984, prima di Gorbaciov e della sua perestrojka.
ph: EUROPATODAY