“Il ministro Di Maio incontrò lo scorso 6 dicembre lo stesso ministro russo a cui ha fatto conferire da Mattarella la ‘Gran Croce della Stella d’Italia’ (vedi link in calce comunicato). In quell’incontro fu decisa la vergognosa videoconferenza di ieri fra Putin e alcuni imprenditori italiani”, lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani e Giulio Manfredi dell’associazione radicale Adelaide Aglietta.
“Ringraziamo Gianluca Paolucci de La Stampa per il suo accurato pezzo di oggi, da cui veniamo a sapere che la vergognosa videoconferenza italo/russa di ieri, che è servita a Vladimir Putin a lanciare le sue solite minacce e i suoi soliti ricatti all’Occidente, fu decisa durante un incontro il 6 dicembre scorso fra il ministro degli Esteri Di Maio e il ministro russo dell’Industria e Commercio, Denis Manturov.
Quest’ultimo è uno dei quattro esponenti di rilievo del regime di Putin che Di Maio ha fatto premiare dal presidente Mattarella con onorificenze della Repubblica (Decreto del Presidente della Repubblica 28 maggio 2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21/07/2020).
Onorificenze che Radicali Italiani ha richiesto formalmente a Di Maio di revocare. Rispetto al ruolo giocato dalle imprese italiane nel tenere bordone a Putin, nulla di nuovo sotto il sole: è dal 2006 che Radicali Italiani – unica forza politica a farlo – denuncia il ruolo avuto prima da ENI ed ENEL nello smantellamento, operato da Putin, dell’impero economico di Mikhail Khodorkovskij e poi dall’ENI nell’agevolare gli interessi russi sia nell’affaire ‘South Stream’ sia negli investimenti in Libia.
Per fortuna il premier Mario Draghi ha messo una pezza al buco fatto da Di Maio e il numero degli imprenditori presenti ieri alla videoconferenza con Putin si è notevolmente ridotto. Una prova in più, ce ne fosse bisogno, dell’esigenza di tenere Draghi a Palazzo Chigi”, concludono.
27 Gennaio 2022