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RADICALI: BLOCCARE LE ISCRIZIONI DEI FIGLI DELLE COPPIE GAY? IL SINDACO LO RUSSO POTEVA SCEGLIERE. SCELGA ADESSO DI NON OBBEDIRE.

I coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino, Patrizia De Grazia, Andrea Turi e Daniele Degiorgis, hanno dichiarato: “Siamo molto turbati dalla notizia che i bambini della nostra città, figli di coppie omogenitoriali torneranno nuovamente a essere privati di un diritto che dovrebbe essere scontato: avere due genitori sulla carta quando hanno due genitori nella realtà.
A questo proposito salutiamo con favore le parole del sindaco Lo Russo, che ha definito la mancanza di questo diritto fondamentale una “violenza e una discriminazione intollerabile”. Riteniamo tuttavia che, se si tratta davvero di una discriminazione intollerabile, come anche noi crediamo, il sindaco non possa e non debba tollerarla. La sindaca Appendino scelse di disobbedire, esponendosi allora in prima persona per difendere i diritti di chi in questo Paese ancora di diritti non ne ha abbastanza. Chiediamo al sindaco Lo Russo di fare lo stesso. Di dichiarare con la propria disobbedienza che i diritti di questi bambini, queste famiglie, questi cittadini torinesi, sono talmente importanti da dover essere protetti anche in uno Stato che non li protegge. Dubitiamo fortemente che il prefetto di Torino domani si recherà a palazzo civico per portare via in manette il nostro sindaco, per essersi rifiutato di cessare la registrazione dei figli di coppie gay. Chiediamo pertanto al sindaco Lo Russo di portare avanti ciò che era stato promesso in campagna elettorale: battersi per la difesa dei diritti civili dei cittadini torinesi. Riteniamo che una scelta Stefano Lo Russo ce l’abbia. Scelga di non obbedire”.
Igor Boni, già candidato alle primarie del centrosinistra torinese ha aggiunto” Se per le vicissitudini del caso fossi diventato sindaco di Torino avrei fatto disobbedienza civile istituzionale e proseguito le iscrizioni anagrafiche aprendo un contenzioso limpido e netto con il Governo e contro le richieste del Prefetto”.

 

Foto Marco Alpozzi / LaPresse