UN 25 APRILE ANCHE PER L’UCRAINA – LETTERA APERTA A NINO BOETI (PRESIDENTE ANPI TORINO)
Caro Nino,
abbiamo letto la tua intervista pubblicata su “La Stampa” del 18/04/2022. Abbiamo apprezzato la tua netta presa di posizione sul conflitto in corso in Ucraina (“sappiamo riconoscere chi sono gli aggressori, cioè l’esercito di Mosca, e chi sono gli aggrediti”). Alla domanda “i combattenti ucraini sono partigiani?”, tu rispondi “Chi sta combattendo contro un’aggressione straniera difende il suo territorio e dunque la similitudine è corretta ma noi come iscritti all’Anpi abbiamo il dovere di continuare a cercare strumenti di pace che pongano fine ad una guerra che sta raggiungendo livelli di atrocità ai quali pensavamo di non dover più assistere… Se davvero si cerca la pace è sbagliato inviare armi all’Ucraina come sta facendo la Nato ma anche l’Italia…”. Dunque, per te i combattenti ucraini si possono definire “partigiani” ma mentre tu avresti sicuramente appoggiato l’invio di armi e rifornimenti ai partigiani piemontesi che combattevano i nazifascisti nel 1943<1945, tu sei contrario a inviare armi ai partigiani ucraini che devono affrontare i militari russi, responsabili, come dici giustamente, di atrocità simili a quelle perpetrate dagli scherani di Hitler e Mussolini.
Eppure esiste una grandissima differenza fra la lotta partigiana di 77 anni fa in Italia (ma anche in tanti Paesi Europei) e quella in Ucraina; se i partigiani italiani avessero deciso che non ne valeva la pena e fossero tornati a casa, l’Italia, l’Europa sarebbero comunque state liberate degli angloamericani e dall’Armata Rossa; se la Resistenza ucraina decidesse di arrendersi, Putin occuperebbe l’intera Ucraina, vi installerebbe un regime fantoccio (proprio come fece Hitler in Italia con la Repubblica di Salò) e arriverebbe ai confini dell’Unione Europea.
Tu proponi la ricerca di “strumenti di pace”; in realtà, riproponi la stessa questione che l’intellettuale ebreo Martin Buber pose al Mahatma Gandhi ottanta anni fa: come si fa a fermare Hitler? Gandhi gli rispose che occorreva opporre ai carri armati nazisti la mera nonviolenza dei corpi inermi. E’ questa l’alternativa da proporre ai partigiani ucraini? Per noi radicali – che da 23 anni denunciamo, da soli, i crimini del regime del Cremlino – il sostegno all’Ucraina significa anche, oltre al massimo delle sanzioni possibili alla Russia, fornire armamenti per opporsi all’invasore, per sostenere la resistenza.
Ancora, nella tua intervista, scrivi che “… come avviene in tutte le guerre, saranno poi i tribunali internazionali a stabilire le responsabilità dei crimini di guerra…”. Sai che non è così; in pochissimi casi (Ruanda, ex Jugoslavia, Sudan), tribunali internazionali hanno processato i responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità. E per arrivare a istituire quei tribunali, c’è voluta una fatica pazzesca. Come militanti radicali, trent’anni fa, quando ci battevamo con Marco Pannella per istituire il Tribunale Penale Internazionale ad hoc sull’ex Jugoslavia; eravamo considerati dei pazzi e degli illusi. Poi il Tribunale fu istituito e nel 1999 incrimino’ Slobodan Milosevic, che continuo’ a mantenere il potere a Belgrado fino all’ottobre 2000, quando fu rovesciato da una rivolta popolare. Se non ci fosse stato il “grano di follia radicale” (Altiero Spinelli), non ci sarebbe nemmeno la Corte Penale Internazionale /CPI), figlia ed erede dei Tribunali ad hoc sull’ex Jugoslavia e sul Ruanda.
Oggi come Radicali Italiani siamo impegnati nella campagna “Putin all’Aja” (https://radicali.it/putin-allaja/), per l’incriminazione di Vladimir Putin da parte della CPI per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Potremo contare sulla tua firma, sull’adesione dell’Anpi a questa nostra iniziativa? Perchè non c’è pace senza giustizia e anche perchè l’Italia sta ancora pagando molto caro il non avere avuto la sua Norinberga, il non avere istruito, subito dopo la guerra, un processo formale, con tutte le garanzie per gli imputati, a Benito Mussolini e ai gerarchi del suo regime. Il riemergere periodicamente di rigurgiti fascisti o semplicemente, ma non è un’attenuante, qualunquisti (ti sei accorto che il Comune di Pezzana ha rinnovato la cittadinanza onoraria a Mussolini?) è lo scotto che paghiamo e pagheremo per quel processo non fatto.
Confidando nella tua abituale attenzione e cortesia, ti inviamo cordiali saluti.
Igor Boni (presidente Radicali Italiani)
Giulio Manfredi (Giunta Radicali Italiani)