Si è svolta questa mattina ai Murazzi del Po a Torino, una insolita conferenza stampa che ha visto Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani, seduto a un tavolino posizionato all’interno dell’alveo prosciugato del fiume.
Durante la conferenza stampa sono stati illustrati i dati più che allarmanti sulla siccità in atto: Il fiume Po è scomparso a Saluzzo (CN) e la situazione è drammatica a Torino con meno di 100 mm di pioggia caduti in 6 mesi invece degli oltre 450 medi, dopo il terzo inverno più secco degli ultimi 65 anni.
Igor Boni ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Sono esattamente 22 anni che proponiamo alla politica piemontese e nazionale riforme sulla gestione dell’acqua che, non da oggi, sappiamo divenire risorsa scarsa anche al nord con il cambiamento climatico in atto. Eppure si è fatto troppo poco. Servono provvedimenti draconiani e urgenti. Oltre all’opportuna richiesta dello stato di calamità, nell’immediato chiediamo un Consiglio regionale straordinario di confronto politico e tecnico su quanto sta accadendo con l’obiettivo prioritario di proporre alle regioni coinvolte la costituzione di un tavolo permanente padano, una sorta di “Cabina di regia” (lo chiediamo dal 2007!) che possa produrre, in accordo con l’Autorità di bacino del Po e i ministeri interessati, nonché i consorzi irrigui, proposte organiche su tutto il territorio e non a spot regione per regione o, peggio, comune per comune. A livello comunale e di Città metropolitana serve intervenire con una massiccia campagna di informazione e di formazione per preparare i cittadini ad affrontare un evento che non ha precedenti nell’ultimo secolo. Non è allarmismo, è la realtà.
Dato che oltre il nord-ovest la carenza idrica è di tutto il nord Italia, serve a livello nazionale una riunione urgente del Consiglio dei Ministri che possa deliberare le risorse finanziarie destinate ai primi interventi con il coinvolgimento della Protezione Civile: assistenza alla popolazione, ripristino della funzionalità dei servizi dove avvengono carenze, interventi per ridurre il rischio di carenza idrica. Invitiamo il Governo a promuovere una Conferenza nazionale sull’acqua dove invitare i massimi esperti a livello tecnico e scientifico dei paesi mediterranei che possano fornire alla parte tecnica e politica dei ministeri e delle regioni informazioni e indicazioni sulle migliori tecnologie in tema di irrigazione, risparmio idrico, utilizzo di colture meno idroesigenti e provvedimenti politici conseguenti.
Serve infine dare ascolto a chi come noi propone da decenni riforme strutturali per un cambio di rotta nella gestione agricola che è quella che consuma la maggior quantità di risorsa idrica:
introduzione di sistemi di irrigazione innovativi. La FAO evidenzia come l’irrigazione per gocciolamento utilizzata in Israele già da mezzo secolo consenta un risparmio idrico valutabile tra il 30 ed il 60% rispetto alla classica irrigazione per scorrimento.
Utilizzare le colture a maggior “impatto idrico” come riso e mais sui terreni più adatti (quelli che, avendo una buona capacità di immagazzinamento idrico, consentono adeguate produzioni senza l’immissione di quantitativi enormi di acqua).
Controllo sui prelievi relativi alle acque superficiali per evitare – come accade – che non sia garantito il “Minimo deflusso vitale” nei corsi d’acqua.
Introdurre, come accade da tempo in altri paesi europei e al sud, il pagamento dell’acqua da parete degli utilizzatori in agricoltura rispetto al reale volume consumato e non rispetto alla superficie irrigata”.
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