“Dal palco del 25 aprile nessuno ha ricordato la Resistenza di oggi, quella degli ucraini che una mattina si son svegliati e han trovato l’invasore, come ha anche ricordato recentemente Liliana Segre. I nostri partigiani sono oggi idealmente alle porte dell’Europa e non si può celebrare lealmente la Festa della Liberazione senza rivolgere un pensiero e tutto il sostegno umanitario e bellico finché non ci sarà un 25 aprile anche per l’Ucraina.
Eravamo gli unici con la comunità ucraina e iraniana e le loro bandiere e orgogliosamente con quella della NATO, perché la nonviolenza radicale non si può confondere con il finto pacifismo che altro non è che complicità con il regime di Putin – dichiarano così in una nota i coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Andrea Turi, Giorgio Maracich e Lorenzo Cabulliese – c’è stata anche un’aggressione a un compagno che per fortuna ne è uscito incolume grazie al pronto intervento delle forze dell’ordine, che ringraziamo per averci fatto sentire al sicuro nonostante gli atteggiamenti violenti e squadristi di alcuni gruppi che han provato a condurci violentemente fuori dal corteo, malgrado le rassicurazioni del presidente dell’ANPI di Torino Nino Boeti che nelle scorse settimane ha ribadito che pur nelle differenze politiche tutte le bandiere sarebbero state ammesse.
Non possiamo non mandare, ancora una volta, un saluto ai compagni radicali a Kyiv, che alle 11:00 italiane (12:00 locali) faranno una conferenza stampa per ricordare che serve un 25 aprile anche per l’Ucraina.” concludono.