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INCRIMINAZIONE CONCOMITANTE DI CAPI HAMAS E NETANYAHU AUTOGOL CHE ALIMENTA ANTISEMITISMO

Nella guerra tra Israele e Hamas immaginare equidistanza è un errore di una gravità inaudita. La scelta della Corte Penale Internazionale di inviare contestualmente richieste di incriminazione per i capi terroristi di Hamas e del Presidente israeliano mette sullo stesso piano aggressori e aggrediti.

“Dimostra uno strabismo che puzza di antisemitismo. Basti pensare al fatto che l’assassino del Cremlino Vladimir Putin, dopo oltre due anni dall’aggressione su vasta scala dell’Ucraina con i civili che sono l’obiettivo di ogni bombardamento, di ogni crimine, non ha ancora oggi una incriminazione per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Non si tratta di una difesa a prescindere di Israele. Possono essere fatte critiche durissime al Governo di destra di Netanyahu. – dichiarano Lorenzo Cabulliese, coordinatore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta e Igor Boni, esponente radicale – Le responsabilità di Hamas e dei suoi crimini sono incontestabili e sono la premessa di tutto. Oggi la CPI ha compiuto un atto che soprattutto colpisce la credibilità della Corte stessa. Chi grida al genocidio, che è cosa ben precisa e che di tutta evidenza non ha nulla a che fare con quanto sta accadendo, oggi magari critica la corte che “derubrica” il genocidio a crimini di guerra. In realtà questa decisione non ha altro effetto che buttare benzina sul fuoco di un antiebraismo razzista che si espande come un virus nelle nostre società.” concludono.