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PER LA PRIMA VOLTA NON PARTECIPEREMO AL TORINO PRIDE. SUPPORTIAMO IL GRIDO D’ALLARME DI KESHET ITALIA SULL’ATTEGGIAMENTO ESCLUDENTE DEI PRIDE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE EBREE

Si è tenuta oggi, venerdì 14 giugno, la conferenza stampa indetta dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta e dall’organizzazione ebraica queer Keshet Italia sulla non adesione al manifesto politico del Coordinamento Torino Pride e la conseguente non partecipazione al corteo del Torino Pride 2024 di sabato 15 giugno.

Per la prima volta in quasi venticinque anni di attività l’Associazione radicale Adelaide Aglietta non parteciperà al Pride. Una scelta non semplice guardando alla storia radicale, soprattutto torinese, per chi, dalla nascita del FUORI! oltre mezzo secolo fa, ha sempre avuto i diritti LGBTQIA+ come prioritari, per chi ha ottenuto con una delibera di iniziativa popolare nel 2011 il registro delle unioni civili della Città di Torino in quasi totale solitudine, per chi da sempre si batte per il matrimonio egualitario e pari diritti tra tutte le coppie.

“Questa scelta arriva dopo due anni di rapporti complessi con il Torino Pride, che ha visto nel manifesto politico del 2022 la non citazione del FUORI! a cinquant’anni dalla nascita e l’equiparazione della situazione delle persone LGBT in Ucraina e Russia e nel 2023 ha imposto il divieto irricevibile di portare bandiere nazionali, impedendo, di fatto, di ricordare la resistenza ucraina e quella iraniana. Con un manifesto politico sempre più somigliante a quello di un partito di estrema sinistra, il Pride si dimostra essere totalmente escludente, mascherandosi da inclusivo, con punti e affermazioni che nulla hanno a che vedere con le rivendicazioni LGBT e che non possiamo condividere. È con l’unione di diverse visioni che si ottengono i risultati, non con una macedonia di istanze politiche che punta solo alla radicalizzazione e non certo al dialogo. La mancata richiesta di patrocinio alla Regione Piemonte è il sintomo di questa modalità.” dichiara Lorenzo Cabulliese, coordinatore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, che prosegue “Quest’anno si aggiunge le dichiarazioni sulla situazione israelo-palestinese e il chiaro posizionamento del Coordinamento Torino Pride che non cita né riconosce solidarietà alle persone LGBT ebree e israeliane e annovera solamente quelle palestinesi, facendo ancora sentire gli ebrei non graditi anche a una manifestazione come questa che dovrebbe essere di tutti. Senza inoltre nulla dire sul fatto che in Israele i pride sono la regola mentre in ogni altro paese circostante sono assolutamente banditi. E ancora manca di nuovo il pieno sostegno alla democrazia e resistenza ucraina, e al battaglione unicorno, i soldati LGBT ucraina, che con coraggio difende i propri confini e i propri diritti contro la repressione del criminale Putin. Anche qui nessuna differenza tra chi i pride li difende e li organizza come gli ucraini e chi vieta e discrimina l’omosessualità come il regime del Cremlino.” conclude.

E anche in solidarietà con l’organizzazione ebraica queer Keshet Italia, che l’Associazione Aglietta per la prima volta non parteciperà al pride. L’organizzazione ebraica ha diramato un comunicato stampa in cui ha annunciato che non avrebbe partecipato a nessun pride sul territorio nazionale, per timori di aggressioni dovute al clima d’odio sviluppatosi attorno alla loro partecipazione, clima che si continua a respirare anche in virtù di preoccupanti posizioni e narrazioni di molte organizzazioni queer e di Pride locali. Ruben Piperno, board member di Keshet Italia, ha espresso un “profondo dispiacere  e rammarico per il manifesto di diversi pride italiani. La decisione di non partecipare al pride è una decisione estremamente sofferta, ma mossi da un senso di responsabilità non potevamo che fare un passo indietro dopo le diverse minacce ricevute, al fine di garantire l’incolumità delle persone queer ebree. Prendiamo il giorno del pride come un giorno di denuncia e di riflessione ringraziando tutti coloro che non scenderanno in piazza come segno di protesta per un pride che include tutti ma non proprio tutti.”

Per l’Istituto Liberale, sempre a fianco della comunità ebraica e di supporto all’esistenza dello stato di Israele è intervenuto Francesco Adile, coordinatore regionale del Piemonte che ha dichiarato: “L’Istituto Liberale critica fermamente il posizionamento del Coordinamento Torino Pride sia sulla questione israelo-palestinese sia sul conflitto russo-ucraino. Ribadiamo il diritto ad esistere dello stato di Israele. unica democrazia mediorientale che permette alle persone LGBTQIA+ di vivere ed esprimersi e condanniamo il crescente clima d’odio antisemita e antisionista alimentato dall’estrema sinistra”.

Alla conferenza stampa presente anche Forza Italia, con il suo responsabile del dipartimento delle politiche giovanili Alessandro Mauceri:
“Forza Italia ha sempre lasciato libertà di coscienza sulla partecipazione al Pride, ma è innegabile che il messaggio che da alcuni anni viene mandato nel documento politico del Torino Pride si è sempre più estremizzato ponendo molte più cose, anche non afferenti a tematiche LGBT, su cui non possiamo essere a nostro agio. In particolare quest’anno con punti come quello relativo all’ordine pubblico e alla violenza della polizia e sulla situazione di politica estera, in particolare sul conflitto russo-ucraino e israelo-palestinese.”

Non aderiranno al documento politico né parteciperanno al Torino Pride anche le seguenti organizzazioni, che hanno espresso solidarietà con le preoccupazioni e evidenze espresse dall’Associazione Aglietta: +Europa Torino; Radicali Italiani; Italia Viva Torino; Certi Diritti Torino; Associazione Marco Pannella di Torino;  Associazione Italia Israele; Gruppo Sionistico Piemontese.
È arrivato anche il supporto della Comunità Ebraica di Torino e dell’UGEI – Unione Giovani Ebrei d’Italia.