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CARCERI E MALAGIUSTIZIA: L’INIZIATIVA DELL’ASSOCIAZIONE AGLIETTA A SOSTEGNO DEL DDL GIACHETTI

Si svolgerà il prossimo 15 luglio alle ore 18, presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta in via San Dalmazzo 9/bis/b a Torino, l’incontro dal titolo CARCERI E MALAGIUSTIZIA nel quale interverranno Marco Sorbara, già assessore e consigliere regionale della Valle d’Aosta, vittima di una incredibile vicenda giudiziaria, Monica Cristina Gallo, garante dei detenuti di Torino e Alberto de Sanctis, avvocato, già presidente della Camera Penale “Vittorio Chiusano”.
Lorenzo Cabulliese (Coordinatore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Igor Boni (moderatore dell’incontro) hanno dichiarato:
“Le carceri piemontesi scoppiano, letteralmente, in violazione dei diritti dei detenuti e di chi ci lavora. Lo denunciamo da decenni e da decenni chiediamo che la politica la smetta di utilizzare la detenzione per mettere la polvere sotto il tappeto, come una immensa discarica umana. I suicidi record di questo 2024 sono solo la punta di un enorme iceberg che è rappresentato da un sistema carcerario al collasso.
Il Parlamento in questo inizio di estate ha una occasione: approvare il disegno di legge Giachetti/Bernardini sulla liberazione anticipata. Di fronte al fallimento delle politiche sul carcere servono provvedimenti che sappiano incidere e possano contribuire a riportare nell’alveo della legalità ciò che oggi è fuorilegge.
Lunedì 15 luglio affronteremo il problema partendo da un caso specifico, da un esempio incredibile: la storia di Marco Sorbara (Assessore ad Aosta, Consigliere regionale in VdA) si è chiusa con la piena assoluzione e con il riconoscimento – un anno fa – da parte della suprema Corte di Cassazione della sua totale estraneità ai fatti a lui imputati. L’odissea umana che ha subito occorre conoscerla, sentirla dalla sua viva voce. Le vite delle persone vengono in molti casi spezzate dalla malagiustizia italiana, Sorbara ha trovato la forza di raccontare, di far sapere cosa accade dietro le sbarre, di indicare nella giustizia italiana il malato da curare. Noi lo faremo insieme a lui come lo abbiamo fatto in questi mesi e anni con l’associazione Nessuno Tocchi Caino, nelle carceri, nelle piazze, nelle istituzioni”.