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DISPERATO APPELLO DI AHMADREZA DJALALI DAL CARCERE DI EVIN. LETTERA APERTA AL CONSIGLIO REGIONALE

Ahmadreza Djalali, oggi, nel giorno del suo compleanno ha lanciato un disperato appello affinché la comunità internazionale e le sue istituzioni facciano tutto il possibile per consentire il suo ritorno a casa dopo più di otto anni di reclusione nel carcere di Evin.
L’Associazione radicale Adelaide Aglietta ha chiesto al Consiglio Regionale e al Comitato Diritti Umani e Civili di rispondere subito all’appello di Djalali, organizzando un flashmob per “Djalali libero” di fronte a Palazzo Lascaris.

Di seguito la lettera inviata questo pomeriggio a Davide Nocco (FDI, Presidente Consiglio Regionale del Piemonte e Presidente Comitato Diritti Umani e Civili) da parte dei nuovi coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta (Enea Lombardozzi, Samuele Moccia e Giovanni Oteri):

Egregio Presidente,
la vicenda di Cecilia Sala, fortunatamente terminata con la sua liberazione, è servita almeno a riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la terribile condizione di migliaia di detenuti nelle carceri iraniane per meri reati di opinione, per avere gridato in piazza “Donna, Vita, Libertà!” o accusati di reati infamanti senza alcuna prova a carico. È il caso di Ahmadreza Djalali, scienziato svedese-iraniano, arrestato in Iran il 25 aprile 2016 e condannato a morte nel 2017 con la falsa accusa di “spionaggio nei confronti di Israele”. Non aggiungiamo altro su Djalali perché sappiamo che il Consiglio Regionale ha già preso in passato varie iniziative, sostenendo la campagna internazionale promossa da Amnesty International per la sua liberazione; campagna che ha visto e vede impegnata anche l’Università del Piemonte Orientale di Novara, dove Djalali ha vissuto ed insegnato per vari anni.

Oggi Ahmadreza Djalali “festeggia” il suo 53° compleanno; dalla sua cella nel carcere di Evin (lo stesso dove è stata detenuta Cecilia Sala) Djalali ha lanciato un disperato appello affinché la comunità internazionale si mobiliti per l’annullamento della condanna a morte e la sua liberazione. Con i suoi 8 anni e 9 mesi di detenzione (3.185 giorni ininterrotti), Djalali è il cittadino europeo detenuto in Iran da più tempo.

Le chiediamo, Presidente, di non far cadere nel vuoto l’appello di Ahmadreza Djalali, e di operare per l’organizzazione, alla ripresa dei lavori del Consiglio Regionale, di un flashmob per “Djalali libero” di fronte a Palazzo Lascaris (come già fatto in passato) che veda la partecipazione dei consiglieri regionali, dei presidente Cirio e dei suoi assessori, di tutte le associazioni componenti il Comitato Diritti Umani e Civili e aperto, naturalmente, a tutti i cittadini.

Certi che Lei saprà accogliere e attuare nel migliore dei modi la nostra richiesta, le inviamo cordiali saluti.