Grimaldi (SEL-SI) e Boni (Radicali Italiani), Carcere di Cuneo: storie di gente capace di fare.
Oggi il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi e l’esponente della Direzione nazionale di Radicali Italiani Igor Boni, si sono recati in visita alla Casa Circondariale di Cuneo.
Dall’annunciata fine del carcere duro, da aprile dello scorso anno, circa novanta detenuti sottoposti al regime del 41 bis sono stati trasferiti, quasi tutti nella nuova struttura di Sassari.
Con la fine del regime carcerario duro sono state chiuse definitivamente due sezioni, in attesa di un investimento che possa rimettere a norma l’impianto di riscaldamento e quello elettrico. L’unico padiglione rimasto aperto, inaugurato nel 2011, risulta essere uno dei più puliti, dei più salubri e dei più attrezzati in Piemonte.
Durante il lungo colloquio, il Direttore Mazzeo ha spiegato che, da fine ottobre del 2016 a oggi le presenze sono però aumentate da 186 a 254, da quando la Direzione Penitenziaria Regionale ha deciso di inserire un detenuto in più a cella, passando da tre a quattro.
La maggior parte dei nuovi arrivati, purtroppo, è giunta in seguito a sanzioni disciplinari o per sovraffollamento di altre strutture. Nel secondo caso, le persone spesso interrompono, senza capirne il motivo e senza ricevere adeguate spiegazioni, il proprio percorso di inclusione nel regime carcerario, perdendo anche i pochi legami con il territorio in cui erano inseriti.
Nei diversi colloqui con i detenuti è più volte emerso il loro desiderio di potersi riavvicinare alla famiglie o alle comunità di appartenenza.
La delegazione ha visitato il panificio (nella foto Grimaldi e Boni con in mano i grissini e il pane prodotti in carcere), dove ogni giorno vengono sfornati i famosi grissini di Pausa Caffè, le aiuole e i laboratori frequentatissimi di scuola edile, di muratura e di stucchi e decorazioni. Inoltre, la Casa Circondariale è dotata di un’eccellente scuola alberghiera.
“Basterebbero pochi investimenti da parte degli Enti locali del territorio e di alcune Fondazioni private per ampliare i laboratori, costruendo una nuova falegnameria e rendendo la scuola alberghiera idonea a produrre anche pizze e dolci” – dichiarano i membri della delegazione. – “I detenuti, che stanno per terminare i corsi, la tinteggiatura e la ristrutturazione del carcere, sognano di potere essere utili anche nel restauro di edifici pubblici all’esterno, come le scuole. Sono solo sei i cosiddetti ‘articolo 21’, ossia i carcerati inseriti in programmi di lavoro. Da poco è attivo un progetto di raccolta differenziata all’interno della struttura; come è avvenuto a Torino, sarebbe importante trovare le risorse per avviare un percorso che consenta a tanti detenuti di lavorare in questo settore fuori dalla struttura”.