TAV, RADICALI ITALIANI: “ANALISI STRUMENTALE, RISPOSTA È REFERENDUM”
Manzi: C’è voluto il pessimo risultato elettorale in Abruzzo per convincere il ministro Toninelli a pubblicare la famigerata analisti costi/benefici. Di fronte a palese uso strumentale dei dati, chiediamo sia a Chiamparino sia ad Appendino di indire un referendum consultivo. L’ultima parola va data ai cittadini.
Dichiarazione di Silvja Manzi, Segretaria di Radicali Italiani:
“Fino a oggi il ministro Toninelli ha tenuto segreto il documento finale sull’analisi costi/benefici del TAV (peraltro, l’ennesimo), rifiutandosi di trasmettere il documento al Parlamento e rifiutandosi di soddisfare formali ‘richieste di accesso civico generalizzato’, così violando la legge sulla ‘trasparenza’ (D. lgs. 33/2013).
Solo il pessimo risultato elettorale del M5S in Abruzzo ha convinto i maggiorenti grillini a ributtarsi sul fronte NOTAV per tentare di arginare la fuga degli elettori. Perciò, solo oggi il sito del Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato il documento ‘fantasma’. Un documento che reca le firme solo di 5 membri su 6 della ‘Commissione Ponti’, quelli che si erano già espressi in passato contro la TAV.
Ci sarà tempo per analizzare compiutamente i numeri della Commissione. Balza subito agli occhi, però, l’incolmabile divario fra le cifre degli uomini di Toninelli e le cifre a favore della TAV, per esempio quelle fornite dalla struttura tecnica di missione presieduta dal commissario Paolo Foietta (non a caso cancellata oggi da Toninelli).
Occorre che tale contrasto insanabile sia risolto con l’unico modo democratico a disposizione: il ricorso alla consultazione dei cittadini tramite referendum.
A livello regionale, il presidente Sergio Chiamparino aveva pubblicamente dichiarato che, a fronte di un’analisi costi/benefici palesemente negativa, avrebbe indetto un referendum consultivo regionale, utilizzando quanto previsto dall’art. 64 dello Statuto regionale.
A livello comunale, 920 cittadini torinesi hanno richiesto formalmente al Consiglio Comunale di indire un referendum consultivo. Tale referendum deve essere indetto entro febbraio per poterlo tenere in concomitanza delle elezioni europee e regionali del 26 maggio. Tra una settimana, martedì 19 febbraio, i promotori del referendum saranno auditi dalla Conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale.
Chiediamo sia al presidente Chiamparino sia al sindaco Appendino di attivarsi per permettere ai cittadini di esprimersi su un tema che li riguarda direttamente e che influirà sul futuro della città di Torino e della Regione Piemonte”.