Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):
“Dal primo gennaio 2021 è entrato in vigore l’AfCFTA (Area di libero scambio continentale africano): tutti gli Stati africani (tranne l’Eritrea) hanno deciso di rimuovere i dazi sui commerci interni al continente sul 90% dei prodotti entro il 2025. La Banca Mondiale ha stimato che, grazie a tale accordo, nel 2035 ben dieci milioni di africani saranno usciti dalla soglia di povertà. Naturalmente la creazione di ricchezza in Africa consentirà anche lo sviluppo di maggiori commerci, contatti, ricchezza con il resto del mondo, Europa in primis.
Eppure in Italia la politica ufficiale, i partiti “che contano” non si sono accorti di nulla, concentrati sul loro ombelico; eppure l’unico giornale che ha messo l’AfCFTA in prima pagina è stata “La Stampa” e l’unico editorialista che ne ha scritto è stato Gianni Riotta. Provincialismo? Razzismo inconsapevole e quindi ancora più pericoloso? Quello per cui il varo dell’AfCFTA non ha meritato nemmeno un comunicato del Governo? Quello per cui nella sezione “Mondo” del sito web del più diffuso giornale economico italiano compaiono tutti i continenti, Oceania compresa, tranne l’Africa?
Sentiamo già i soliti ‘benaltristi’ iniziare ad ammonirci sul fatto che sarà difficile passare dalla carta alla realtà, vista la complessità della realtà panafricana, le diffidenze e le incomprensioni risalenti agli odi tribali e ai veleni del colonialismo; e poi c’è la Cina pronta a sfruttare qualsiasi possibilità per diventare la nuova potenza coloniale in Africa. Giustamente Silver Ojakol (capo di gabinetto AfCFTA) ha ammonito che ‘l’integrazione economica è un processo, non un evento, dovevamo cominciare e ci siamo riusciti’. Riotta ha ricordato che per passare dalla “Comunità europea del carbone e dell’acciaio” (1951) al Ricovery Fund, l’Europa ha impiegato ben 70 anni. Non dobbiamo insegnare nulla a nessuno; invece, magari, dovremmo tenere a mente che non esistiamo solo noi, da questo lato di un Mediterraneo sempre più piccolo, tutti ipnotizzati dallo scontro titanico fra Conte e Renzi…”