La determinazione regionale ha fatto rientrare dalla finestra quello che il TAR Piemonte aveva buttato fuori dalla porta.
Utilizzando lo strumento dell'”accesso civico generalizzato”, Silvio Viale (responsabile IVG al S. Anna di Torino, Direzione Radicali Italiani) ha richiesto alla Regione Piemonte (Direzione Sanità, Settore Politiche per le Famiglie) l’elenco delle associazioni operanti nel settore tutela materno infantile presso ciascuna delle 13 ASL piemontesi.
Silvio Viale e Patrizia De Grazia (coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta) hanno dichiarato:
“Abbiamo interpreso questa ennesima iniziativa dell’Associazione Aglietta sul fronte della trasparenza in concomitanza sia dell’anniversario dell’approvazione della legge 194 (22 maggio 1978) sia dell’anniversario della scomparsa di Adelaide Aglietta (20 maggio 2000). Le associazioni dovevano fare domanda alle ASL di riferimento per l’iscrizione nell’elenco entro il 31 marzo 2021. Poi le ASL hanno due mesi di tempo per predisporre gli elenchi. La Regione Piemonte ha 30 giorni di tempo per fornirci l’elenco richiesto, o, meglio, per pubblicarlo sul sito web della Regione, a disposizione di tutti, come previsto dalla D.D. 1489 del 1/12/2020.
Qui ci interessa sottolineare solo una grave incongruenza della determinazione succitata. Nella premessa il provvedimento ricorda che il TAR Piemonte, con sentenza n. 793 del 15.7.2011, aveva accolto il ricorso presentato dalle Associazioni Casa delle Donne e Activa Donna, annullando la parte della DGR n. 21-807 del 15/10/2010 “in cui prevede tra i requisiti soggettivi minimi che devono essere posseduti dagli enti no profit per essere iscritti negli elenchi dell’ASL la presenza nello statuto della finalità della vita fin dal concepimento”. Purtroppo, la D.D. 1489/2020 fa rientrare dalla finestra quello che il TAR Piemonte aveva buttato fuori dalla porta e lo ha fatto in modo ipocrita: nell’Allegato A, nei “requisiti soggettivi”, compare nuovamente il requisito della “presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento” o, in alternativa, altri requisiti. Ma alla luce della sentenza del TAR quel requisito non doveva più essere scritto e previsto, sotto qualsiasi forma, in qualsiasi modo.
Infine, come fanno i radicali ogni anno, non possiamo non denunciare, a proposito della trasparenza dei dati pubblici in materia di maternità e aborto, la violazione sistematica, anno dopo anno, governo dopo governo, di quanto previsto dall’art. 16 della legge 194/78, che impone al Ministro della Salute di presentare al Parlamento la relazione sull’attuazione della legge 194 entro il mese di febbraio di ogni anno. L’anno scorso il ministro Speranza presentò il documento a giugno, con dati aggiornati (si fa per dire) al 2018.
Ministro, c’è Speranza per il futuro di rispettare almeno questa piccola, semplice disposizione di legge?”