Russia/Radicali Italiani: oggi Putin compie 70 anni. Regagliamogli l’incriminazione al Tribunale dell’Aja.
Domani importante dibattito a Torino: “Non più un uomo, non più un soldo per l’esercito di Putin!”.
Massimiliano Iervolino, Igor Boni, Giulio Manfredi (segretario, presidente, Giunta Radicali Italiani):
Oggi Vladimir Putin festeggerà il suo 70° compleanno. Anna Politkovskaja, la giornalista che tentava di svelare al mondo i crimini di Putin in Cecenia, venne uccisa il 7 ottobre 2006: un macabro “regalo” di compleanno per il tiranno. L’unico politico europeo a recarsi ai suoi funerali fu Marco Pannella. Noi Radicali, da 23 anni, con Anna e le donne e uomini coraggiosi come lei (uno per tutti, Antonio Russo), lottiamo contro un regime sempre più oppressivo e sanguinario. Dal 24 febbraio di quest’anno Putin ha costretto tutti ad aprire gli occhi. 8 anni di conflitto a bassa intensità in Ucraina non gli sono bastati; la guerra, con bombardamenti, stupri, eccidi, deportazioni, torture, saccheggi ha dimostrato definitivamente il carattere criminale e terroristico del regime di Mosca.
Putin avrebbe voluto per il suo 70° compleanno l’intera Ucraina e la sottomissione dell’Europa. Ma l’unico regalo che merita è di essere incriminato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja per crimini di guerra e contro l’umanità. E’ quanto chiediamo con il nostro appello: https://radicali.it/campagne/putin-allaja/
Abbiamo attualizzato un vecchio slogan radicale, che è diventato: “Non più un uomo, non più un soldo per l’esercito di Putin”. Ne parleremo domani, sabato 8 ottobre, a Torino, alle 10.45, nella nostra sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta (via san Dalmazzo 9 bis/b), con Massimiliano Melley, giornalista e curatore del volume «Combatteremo fino alla fine. I discorsi di Volodymyr Zelensky», e Simone Attilio Bellezza, docente di Storia Contemporanea e autore di «Il destino dell’Ucraina. Il futuro dell’Europa».
Alle 12.45, saremo in piazza Castello (fronte Prefettura), con la comunità ucraina.
Regaliamo a Putin l’incriminazione all’Aja.
Perché non ci può essere pace senza giustizia!