“Proprio ieri eravamo dentro l’alveo del Po a Torino a denunciare, di nuovo, una situazione di carenza idrica mai registrata. Oggi l’allarme arriva dalla COP27, dalle parole di Al Gore che, citando alcuni casi eclatanti a livello globale, inserisce tra i peggiori quello del bacino del Po. Chissà che le parole dell’ex vicepresidente possano dare una sveglia alla politica nostrana, nazionale e regionale per togliere la testa da sotto la sabbia”, così in una nota Igor Boni, presidente di Radicali Italiani. “In questo 2022 l’intera area padana ha avuto precipitazioni inferiori alla media del 30/40% nella zona orientale e del 60/70% in quella occidentale. Serve un ‘Piano acque’ che conduca a radicali riforme nella politica agricola del nord-italia dove non è più possibile e non è più sostenibile la produzione di oltre 200.000 ettari di riso e di centinaia di migliaia di ettari di mais. Dobbiamo puntare su colture meno idroesigenti e soprattutto sulle tecnologie e le innovazioni che consentono di irrigare con consumi idrici di molto minori rispetto alle tecniche tradizionali. Il passato di abbondanza costante d’acqua non ci sarà più. La distribuzione delle precipitazioni è cambiata e periodi di siccità prolungati si alterneranno sempre più a periodi di eccesso di precipitazioni con i danni correlati. È il risultato di una energia sempre maggiore accumulata nell’atmosfera e dovuta all’innalzamento repentino delle temperature. Quanti italiani sono consapevoli della necessità di modificare i propri comportamenti? Quanti conoscono il livello del problema che abbiamo davanti? Molto pochi. Eppure senza conoscenza, senza informazione e senza formazione non si arriverà alla riduzione dei consumi necessaria. Investire su questo non solo è necessario ma è urgente”, conclude.