LA STORIA NON INSEGNA NULLA. MENO MALE CHE NAPOLITANO C’E’!
Giulio Manfredi (vice-presidente Comitato nazionale Radicali Italiani, presidente Associazione Radicale Adelaide Aglietta):
L’Europa (e l’Italia in particolare) ha finora percorso nei confronti del dittatore libico, passo dopo passo, tutti gli errori compiuti nell’ultimo decennio del secolo scorso nei confronti del dittatore serbo Milosevic; prima l’ha ritenuto un elemento di stabilità dell’area mediterranea (come ritenne per ben 11 anni Milosevic un elemento di stabilità dell’area balcanica), ci ha fatto affari, l’ha blandito e reso sempre più forte e tracotante; alla fine, si è dovuti arrivare alla minaccia di un nuovo genocidio (come quello incardinato da Milosevic in Kosovo, parte integrante della Serbia, nel 1999) perchè Francia e Gran Bretagna (con l’Italia tirata per i capelli e la Germania alla finestra) si decidessero ad intervenire, con l’implicito avallo americano.
E la presa di posizione del governo italiano (tranne la Lega, che, ricordiamolo, è sempre quella del “Meglio Milosevic che Culosevic”) è dovuta in gran parte alla netta e limpida presa di posizione del presidente Napolitano, riassunta magistralmente nel suo discorso di ieri a Torino; un discorso storico nel senso migliore del termine: non una rivisitazione nostalgica e introiettata su se stessa ma una valorizzazione del meglio dei nostri 150 anni rivolta al futuro e capace di abbracciare l’intero bacino del Mediterraneo. Di grande spessore intellettuale e di grande visione politica quel recupero da parte del Presidente di quel “…Noi non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di Noi…” pronunciato il 10 gennaio 1859 da Re Vittorio Emanuele II nel Parlamento subalpino e reso attuale e drammaticamente urgente proprio oggi che l’Italia è scesa finalmente in campo contro Gheddafi, a sostegno del “Risorgimento arabo”.
Torino, 19 marzo 2011