Dichiarazione di Salvatore Grizzanti, tesoriere dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta e membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani:
Mi unisco agli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Quarto d’ Asti, giovedì li raggiungerò al sit-in all’esterno della casa circondariale per portargli il mio sostegno. Per denunciare lo stato di incostituzionalità delle carceri italiane e per chiedere un’amnistia perché l’Italia «torni a potere in qualche misura essere considerata una democrazia» dal 20 aprile Marco Pannella è in sciopero della fame e con lui hanno aderito alla sciopero, mai successo fino ad ora, circa 15 mila persone.
Le carceri italiane oggi, Quarto compreso, sono una discarica sociale, letteralmente invivibili per i detenuti, per gli agenti e per tutti gli operatori del settore. Di questa situazione è responsabile la politica partitocratica e proibizionista che con le leggi Bossi-Fini (immigrazione) e Fini-Giovanardi (droghe) ha riempito le galere ed intasato la giustizia. Naturalmente in galera ci finiscono sempre i soliti, i poveracci che non possono permettersi il buon avvocato che gli garantisce che il processo vada in prescrizione, infatti oggi in Italia l’amnistia già esiste ed è un’amnistia di classe che corrisponde alle 200 mila prescrizioni ogni anno. Si consideri inoltre che il 30% dei detenuti italiani sono presunti innocenti cioè in attesa di giudizio. L’amnistia, quella legale, è l’unico modo per impedire che migliaia dì persone, magari colpevoli dei peggiori reati, se ne vadano liberi grazie alla prescrizione, servirebbe per superare il collasso del sistema carcerario e per consentire ai magistrati di fare il loro lavoro man mano che i processi vengono a maturazione.
Voltaire diceva “Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri poiché è da essi che si misura il grado di civiltà di una nazione …”. Non aggiungo altro.