è ora di parlare di antiproibizionismo, anche agli “indignati”
Dichiarazione di Mario Staderini (segretario di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione nazionale Radicali Italiani)
Sabato, a Zuccotti Park (NY), Roberto Saviano ha ammonito gli “indignati” americani: “… Le mafie attraverso il narcotraffico, il racket, l’usura producono un flusso di denaro che reinvestono nell’economia legale…”.
Giustamente Saviano denuncia il grave fattore di inquinamento dell’economia legale rappresentato dai proventi criminali. Un dato per tutti: il valore aggiunto del traffico di sostanze stupefacenti in Italia è stato stimato in 6.267 milioni di euro, lo 0.4% del PIL (fonte: “Il mercato delle droghe”, Marsilio, 2011, a cura di Guido Maria Rey, Carla Rossi e Alberto Zuliani). La denuncia di Saviano da oltreoceano ha trovato riscontro nella sentenza con cui sono stati condannati 110 esponenti della ‘ndrangheta operanti in Lombardia (beni confiscati per oltre 15 milioni di euro).
Proprio per questo occorre un salto di qualità. E’ evidente che né i sequestri di sostanze illegali (il 5% del totale) né i sequestri di beni appartenenti alle narcomafie da parte delle forze dell’ordine hanno la capacità di incidere in modo significativo sull’accumulazione criminale.
Caro Roberto, caro Don Ciotti, non è più possibile fare l’economia di termini come “antiproibizionismo” e “legalizzazione della produzione, commercio e consumo delle droghe ora illegali”.
Un appuntamento importante per parlarne insieme è la seconda sessione del 39° Congresso del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (Roma, Hotel Summit, 8<11 dicembre 2011). A queste mafie, infatti, deve contrapporsi un’azione antiproibizionista transnazionale e transpartitica.