Si rischierebbe di fare un torto a Lucio Magri se non si proseguisse questa battaglia, forse l’ultima sua eredita, così capace di unire Vittorio Feltri, Valentino Parlato e Marco Pannella.
A chiederselo è Silvio Viale, medico, presidente di Radicali Italiani e iscritto a Dignitas, il quale ha spiegato:
Il 10 dicembre 2003, davanti al tribunale di Monza, una anonima ragazza di 22 anni veniva accusata di avere aiutato la madre, malata di SLA, a entrare in contatto con Dignitas. Fuori dal tribunale alcune decine di militanti radicali e di EXIT-Italia. “Paola” patteggiò un anno e quattro mesi accusata di avere violato l’articolo 580 del codice penale. Mi sono sempre chiesto cosa sarebbe accaduto se quel processo si fosse fatto e avesse seguito i vari gradi di giudizio. Ora grazie a Lucio Magri potremmo forse finalmente saperlo. La Svizzera non è un jukebox, non si ottengono prescrizioni a richiesta, e sarà l’autorità cantonale a valutare la correttezza della procedura. Mi chiedo, però, se le notizie diffuse dai giornali non siano sufficienti per aprire un fascicolo dove un gruppo di “ottantenni” possa testimoniare la propria stima e rendere onore a un grande amico. Forse sarà per quel poco di cinismo e quel senso di pietà che devono sempre esserci in ogni buon medico, ma non posso non pensare a “Paola” e alle tante “madri di Paola”. So che questo è il Paese che alla fine ha assolto l’ing. Forzatti, il Dott. Riccio e i medici di Eluana. Forse l’ultima battaglia postuma di Lucio Magri è destinata a svolgersi nelle aule giudiziarie per rompere l’ultimo tabù.
Torino, 30 novembre 2011.