La sua lista percepisce 50 mila € l’anno di rimborsi elettorali. Abolirli!
L’avvocato Alberto Ventrini (che patrocina Marco Pannella nel processo contro il consigliere regionale Michele Giovine) rende noto che la prima udienza del processo di appello che vede imputati Michele Giovine e il padre Carlo per aver falsificato le accettazioni di candidatura della lista “Pensionati per Cota” alle elezioni regionali del 2010 si terrà mercoledì 9 maggio 2012 (Corte d’Appello, sezione III penale, ore 9:00).
Grazie all’elezione di Michele Giovine, il Partito Pensionati ha incassato ogni anno come rimborso elettorale la somma di 53.208,30 euro, dal 2010 fino al termine della legislatura (per un totale, su cinque anni, di 266.041,50 euro: divisi per i 27.892 voti ottenuti dalla lista fanno poco meno di dieci euro a voto) – fonte: Gazzetta Ufficiale n. 175 del 29 luglio 2010.
Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta e membro della giunta di Radicali Italiani) e Alberto Ventrini:
C’è la fondata speranza che per i Giovine non scatti quella vera e propria “amnistia di classe” rappresentata in Italia dalla prescrizione: sono 180.000 le prescrizioni ogni anno in Italia. Per i reati di cui sono accusati i Giovine la prescrizione è di sette anni e mezzo dalla data dei fatti (febbraio 2010).
Intanto, però, grazie anche alla pilatesca sentenza della Corte Costituzionale dell’autunno scorso (il processo amministrativo deve attendere l’esito del processo civile), Giovine continua a rimanere in Consiglio Regionale, a percepire il suo lauto stipendio e, grazie alla legge sui “rimborsi elettorali” (nome con cui si è mascherato il finanziamento pubblico ai partiti, mai abolito nonostante il referendum radicale), il suo partito incassa, solo per il Piemonte, oltre 50.000 euro all’anno.
Radicali Italiani ha lanciato una proposta: raccogliere le firme per un referendum che abolisca i sedicenti “rimborsi elettorali”, che sono cinque volte quello che i partiti effettivamente spendono per le campagne elettorali. Chi ci stà?