“La Repubblica”, MERCOLEDÌ, 17 NOVEMBRE 2010
Pagina VII – Torino
DIEGO LONGHIN
«Un conto sono le provocazioni politiche un conto quello che si può fare concretamente». L´assessore all´Anagrafe, Giovanni Ferraris, non considera la sua posizione sul testamento biologico fuori linea con il voto espresso dalla maggioranza della Sala Rossa e con le parole del sindaco, Sergio Chiamparino. «Da un punto di vista pratico e amministrativo non è gestibile. Non lo dico io, ma l´avvocatura del Comune e i dirigenti. Dal punto di vista etico non sono d´accordo, ma facendo l´amministratore applico la legge, le norme e le delibere. Se dobbiamo dare un segnale politico al Parlamento, come sostiene il sindaco, mi sta bene. Ma di segnale si tratta. Non illudiamo la gente».
L´assessore cita anche un fatto concreto: «Quindici giorni fa mi ha chiamato una signora che aveva letto un articolo e voleva sapere come doveva fare a consegnare il suo testamento biologico. Le ho dovuto spiegare che alla fine le sue decisioni sui trattamenti di fine vita, fino a quando non ci sarà una legge, non avranno validità. Il Comune potrà anche raccogliere il suo testamento, ma rimarrà lì in un angolo». E Ferraris ha paura che nei torinesi cresca un´aspettativa immotivata: «Alla fine, se raccogliessimo le dichiarazioni, qualcuno, un familiare, un giorno potrebbe venire pure a recriminare che l´amministrazione non ha fatto il suo dovere trasmettendo ai medici il documento. Insomma, la gente non va presa in giro». Ferraris ha dubbi anche sulla delibera approvata: «È stata emendata male, si è tolto il riferimento allo stato civile come ufficio, ma in un passaggio si è lasciato un´indicazione all´anagrafe come luogo per la raccolta delle dichiarazioni. Insomma, non sta in piedi. Comunque, faremo questo registro on-line».