LE MANI SULLA SANITA’/IN ZONA CESARINI DEPUTATI RADICALI PRESENTANO PROPOSTA DI LEGGE PER TOGLIERE ALLA PARTITOCRAZIA LE NOMINE DEI DIRETTORI GENERALI DELLE AZIENDE SANITARIE REGIONALI.
Ieri, i deputati radicali (Bruno Mellano, Donatella Poretti, Marco Beltrandi, Sergio D’Elia e Maurizio Turco) del Gruppo “Socialisti e Radicali – RNP” hanno presentato una Proposta di Legge su “Riforma procedure di selezione dei direttori generali delle aziende sanitarie locali e ospedaliere” (vedi testo allegato).
La PDL scardina completamente il meccanismo delle “nomine” – ora di competenza delle giunte regionali e quindi dei partiti – sostituendolo in modo radicale. La selezione dei manager delle aziende sanitarie viene affidata totalmente a una commissione costituita da cinque membri scelti fra i rappresentanti delle maggiori società di interesse nazionale nel campo del consulting manageriale, prese in considerazione in base alla media ponderata dei seguenti fattori: fatturato, numero delle sedi sul territorio, numero personale inquadrato e a progetto. La commissione suddetta stila una graduatoria in base alla quale sono assegnati i vari posti in palio, tenendo conto anche delle indicazioni dei candidati e delle valutazioni della commissione.
Al fine di contemperare l’esigenza di avere a capo delle aziende sanitarie regionali manager senza vincoli di partito con quella di assicurare comunque una gestione sanitaria coesa e con obiettivi univoci a livello regionale, è lasciata inalterata la possibilità per la regione di non confermare i direttori regionali alla scadenza del loro incarico nonché di farli decadere in corso d’opera – motivando pubblicamente i motivi della revoca – quando ricorrano gravi motivi o la gestione presenti una situazione di grave disavanzo o in caso di violazione di leggi o del principio di buon andamento e di imparzialità della amministrazione.
Si provvede alla sostituzione di uno o più direttori generali attingendo alla graduatoria.
Ricordiamo che il direttore generale dell’azienda sanitaria riveste un ruolo cruciale nel buon andamento della stessa anche perché è lui a nominare il direttore sanitario e amministrativo nonché i primari negli ospedali.Bruno Mellano (primo firmatario della PDL) e Giulio Manfredi (Giunta di segreteria Radicali Italiani):
“Già nel gennaio 2002 presentammo una proposta di legge simile nel Consiglio Regionale del Piemonte, dopo che il direttore generale delle Molinette di Torino era stato arrestato per concussione. Da allora, la situazione non è certo cambiata, si è anzi incancrenita, come dimostrano i fatti di cronaca relativi alle aziende sanitarie campane e calabresi, come dimostra, soprattutto, la tabella pubblicata da un diffuso settimanale, con la ripartizione a seconda del partito di appartenenza, regione per regione, dei 277 direttori generali della sanità.
Il disegno di legge in materia presentato lo scorso dicembre dal ministro della Salute Livia Turco è del tutto inadeguato a porre fine alla spartizione partitocratica dei manager della sanità: si passerebbe dalla nomina tout court decisa oggi dalla giunta regionale ad una nomina conseguente alla scelta fra una terna di nomi indicati da una commissione composta da tre membri scelti dalla regione, di cui uno tra dirigenti apicali della regione stessa, uno tra i direttori generali di aziende sanitarie regionali e uno tra docenti universitari. E’ del tutto evidente che almeno due dei tre commissari indicati sono sottoposti all’influenza politica; inoltre, il tutto si conclude con la solita scelta discrezionale, seppur ristretta a tre nominativi.
Non siamo così ingenui da illuderci che la situazione cambi a breve termine: la PDL radicale presentata ieri farà la stessa fine di quella presentata sei anni fa. Abbiamo voluto, però, che rimanesse traccia formale in Parlamento della possibilità concreta di modificare uno stato delle cose che colpisce il cittadino due volte: la prima con prestazioni sanitarie inadeguate e carenti, che ledono il suo diritto costituzionale alla salute; la seconda con la mala gestione delle risorse pubbliche, a cui i cittadini contribuiscono con il pagamento di imposte e tickets sanitari.”.
Mellano
Manfredi