LA STAMPA, ed. Cuneo – domenica 28 novembre 2010
Anche Marco Pannella all’incontro di ieri a Mondovì
GIANNI SCARPACE MONDOVÌ
Difficile parlare senza commuoversi dopo tanti interventi di persone che si sono dimostrate prima di tutto amici, siano essi avversari politici o meno, di ieri e di oggi». L’ex parlamentare Raffaele Costa, 74 anni, ieri mattina ha ascoltato le parole di quanti sono saliti sul palco del teatro «Baretti» per rendere omaggio ai suoi 50 anni di vita politica e amministrativa. Poi il due volte ministro, parlamentare per trent’anni (41800 preferenze nel ’92), eurodeputato per cinque, ex presidente della Provincia, ora consigliere regionale, ha fatto un intervento breve, rivolgendosi alla platea che gli ha tributato un lungo applauso.
La giornata del «mezzo secolo di politica» si è consumata nel nome di Luigi Einaudi e Giovanni Giolitti, a cui in molti si sono ispirati, testimoniando la stima per «un politico onesto, maestro di stile sempre, acuto, per certi versi conservatore». Gli onori di casa li ha fatti il sindaco di Mondovì Stefano Viglione, che ha regalato al festeggiato gli atti del Consiglio comunale del 27 novembre 1960, quando Costa ricopriva il ruolo di consigliere comunale, al primo incarico.
«Se Costa non avesse fatto una politica di contenimento della spesa, per esempio con la riduzione dei dipendenti da 850 a 750, oggi la Provincia sarebbe commissariata – ha detto il presidente della Provincia, Gianna Gancia -. È stato un antesignano delle battaglie della Lega».
Tre i sottosegretari presenti: Guido Crosetto, Bartolomeo Giachino e Michelino Davico. «Tu insegni che si può servire un Paese senza bisogno di urlare – ha detto Crosetto a Costa -, dimostrando che la politica può essere una cosa pulita e importante. La tua forza arriva anche da una famiglia capace di sostenere un grande uomo e tuo figlio Enrico, oggi, bene ti rappresenta nella continuità». Marco Pannella è arrivato a Mondovì in treno: «Sono qui perché me lo hai chiesto, regalandomi una grande emozione perché la mia stima è sincera. Molte volte non l’abbiamo pensata in modo uguale e noi, per essere liberali, siamo dovuti diventare radicali. Oggi c’è urgenza di avere uomini liberali come Costa: dividere il Paese tra italiani e antiitaliani è molto pericoloso».
Il professor Aldo Mola ha tracciato l’impegno politico di Costa, contestualizzandolo nei diversi momenti storici, coordinati da Gianfranco Casissa. Sul palco sono saliti anche i senatori Enzo Ghigo, Tomaso Zanoletti, Beppe Fassino e Giuseppe Menardi. E poi il torinese Agostino Ghiglia, il direttore generale dell’Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari Fulvio Moirano («Se Mondovì ha un ospedale nuovo il merito è di Costa»), il presidente dell’Anpci Franca Biglio, Elio Rostagno, Mino Taricco, il consigliere regionale Giovanni Negro, l’avvocato torinese Pierluigi Marengo.
L’amico di sempre Mario Forzano ha chiuso gli interventi dalla platea. E poi Antonio Costa, ex vice segretario generale delle Nazioni Unite: «Di mio fratello, oltre alle indubbie capacità, ho sempre apprezzato lo sforzo di ascoltare le persone, tutti coloro che si rivolgevano a lui per un consiglio, un aiuto. Forse a questo aspetto dovrebbe oggi tornare la politica».