L’unica cosa probita è discutere di legalizzazione. Saviano, Carlotto, Tizian dove siete?
Marco Perduca (senatore radicale) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Grazie alla recente “Festa della Polizia” siamo venuti a conoscenza che a Milano i sequestri di eroina sono passati da 1,782 chili nel primo quadrimestre 2011 a ben 46,837 chili nello stesso periodo del 2012; a Torino i sequestri di cocaina sono passati dai 26 kg sequestrati in tutto il 2011 a ben 60 chili sequestrati nel primo quadrimestre 2012.
È risaputo che la percentuale dei sequestri non varia sostanzialmente nel tempo e corrisponde a non più del 10% delle droghe in circolazione (su 350.000 spacciatori presenti nelle piazze italiane, meno di un decimo è raggiunto da misure restrittive). Quindi, un aumento esponenziale delle quantità sequestrate segnala un aumento esponenziale delle droghe in circolazione; ne consegue un aumento esponenziale dei profitti delle narcomafie e un aumento esponenziale della forza di penetrazione delle stesse nell’economia legale.
In questo momento, in Italia, l’unica cosa realmente proibita è discutere dell’alternativa allo statu quo rappresentata dalla legalizzazione del commercio, distribuzione e consumo delle sostanze attualmente proibite.
Il governo Monti ha delegato la materia formalmente al ministro Riccardi ma materialmente al Capo Dipartimento Antidroga Giovanni Serpelloni, ereditato dal governo Berlusconi.
Ma anche da quegli intellettuali, da quegli scrittori da cui ci si attenderebbe un colpo d’ala, uno scarto dal mortifero tran tran, arriva solo silenzio. Roberto Saviano si è limitato, nell’ultima trasmissione con Fazio, ad una narrazione con annessa spiegazione dell’esistente. Scrittori come Massimo Carlotto e giornalisti-scrittori come Giovanni Tizian raccontano le mafie transnazionali e l’infiltrazione criminale nel Nord Italia, denunciano le inadeguatezze del governo ma non hanno ancora speso una parola – magari per stroncarla – sull’alternativa antiproibizionista.