Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Notiamo nelle file del centrodestra un certo nervosismo, non solamente dovuto al caldo. L’altro ieri, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, cantavano vittoria affermando che Mercedes Bresso aveva perso su tutta la linea. Ieri hanno annunciato che si costituiranno parte civile nel corso di un eventuale dibattimento “relativo a presunte falsificazioni” della lista “Pensionati e Invalidi per Bresso”.
Premesso che al momento l’unica falsificazione certa è quella operata da Michele Giovine e dal padre che ha permesso la presentazione della lista “Pensionati per Cota”, se fossero accertati altri reati di falso, da chiunque commessi (per far buon peso ricordiamo che è in corso un processo su presunte falsificazioni inerenti le liste presentate alle regionali da Renzo Rabellino), questo avvalorerebbe la nostra tesi che si deve tornare a votare.
Ulteriori falsi non annullano quelli di Giovine, si sommano. Se al tavolo da gioco si scopre un baro, si rifà la partita; a maggior ragione se si scopre che il baro non è uno ma sono due o tre.
Consigliamo agli esponenti del centrodestra di prendersi una bella vacanza, prima di fare altri autogol. Per quanto ci riguarda, i radicali non hanno mai fatto sconti a nessuno: abbiamo presentato ricorsi non solo in Piemonte, non solo in Lombardia, ma anche nella rossa Emilia-Romagna, per contestare l’elezione del presidente Vasco Errani, che, a parer nostro, viola la legge che vieta il terzo mandato (stessa cosa vale per Formigoni).