In una conferenza stampa tenuta a Torino nella sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, alcuni esponenti radicali hanno annunciato il loro voto, a titolo personale, per Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra.
Erano presenti Silvio VIALE, neoconfermato presidente di Radicali Italiani, Giulio Manfredi, membro del Comitato Nazionale di Radicali, e Igor BONI, presidente dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta. Assente per altri impegni Salvatore GRIZZANTI, segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, che ha mandato la sua adesione.
La registrazione video e audio della conferenza stampa disponibile sul sito di radioradicale (27′ 40”).
Introducendo la conferenza stampa Giulio Manfredi ha sottolineato che Matteo Renzi è l’unico elemento di novità “pesante” e che la sua presenza ha già condizionato la politica, come è dimostrato anche dai riflessi nel centrodestra della candidatura di Renzi.
Igor Boni ha detto che voterà per Matteo Renzi anche se nei limiti di una consultazione “fai da te” non normata per legge come sarebbe giusto in un sistema uninominale e maggioritario come quello che noi auspichiamo. Ha poi evidenziato come Renzi rappresenta una novità seria della sinistra italiana, capace di mettere insieme posizioni liberali in economia senza chiusure sui diritti civili e senza paura di citare i Radicali contro i finanziamenti pubblici ai partiti e sulla legalità. Ha concluso che Renzi è destinato a fallire se non troverà sulla sua strada i Radicali, gli unici che da 60 anni hanno come obiettivo la rottamazione del regime partitocratico italiano.
Silvio Viale, che è consigliere comunale eletto nel PD a Torino, ha ricordato come sia normale che uno dica pubblicamente quello che farà e si è sorpreso delle polemiche sorte in casa radicale. Ha preso atto del dissenso di Marco Pannella, manifestato ieri e riportato stamane su alcuni siti, ma ha ribadito la coerenza di una posizione che vede i radicali collocati nel centrosinistra. Ha poi affrontato la questione dei temi laici, per i quali non si tratta di soppesare strumentalmente le posizioni personali, ma la disponibilità a permettere che il Paese e il Parlamento possano pronunciarsi. Sull’eutanasia, per esempio, ancora oggi un nuovo sondaggio dice che oltre il 70% è favorevole, ma l’argomento è tabù. Ha infine ricordato come la rottamazione vera non sia quella generazionale ma quella di una sinistra vecchia e illiberale. Come è accaduto per i labouristi inglesi, per i socialisti francesi o per i democratici in USA lo scontro è tra una sinistra conservatrice e una più liberale. “Che Renzi sia meno esperto di Bersani? Ma qualcuno si ricorda cosa facessero Obama e Blair prima di diventare Premier?