Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) e Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Come evidenziato dal commissario europeo per l’Energia, Günther H. Oettinger, la decisione del governo azero di far affluire 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, a partire dal 2019, nel Trans Adriatic Pipeline (Tap) rappresenta l’apertura del corridoio meridionale, attraverso il quale il gas azero potrà arrivare in Europa (attraverso Gerogia, Turchia, Albania, Grecia e Italia) bypassando il controllo russo.
Il governo Letta si smarca così dall’ipoteca russa, iniziata nel 2007 col governo Prodi ma cementata dal “patto d’acciaio” Berlusconi<Putin, un’intesa di cui la parte conosciuta dall’opinione pubblica è solo la punta dell’iceberg, come testimoniano gli innumerevoli incontri di Silvio con l’amico Vladimir, quasi sempre in Russia, lontani da sguardi e orecchie indiscrete.
E la scelta azera avvicina l’Azerbaijan all’Unione Europea; questo vale anche per la Turchia.
Accanto a quello che accade a est, l’affacciarsi all’orizzonte, a ovest, dello shale gas “made in USA” è un ulteriore elemento che permetterà all’Unione di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento, svincolandosi dai ricatti della putiniana Gazprom.
Forse è ora che anche ENI ed Enel rivedano la loro funzione di “cavallo di Troia” di Gazprom in Europa.
Torino, 29 luglio 2013