Ai tavoli torinesi sono numerosi gli esponenti del PD che hanno sottoscritto i referendum, da Magda Negri a Gianni Vernetti, da Paola Bragantini (alcuni dei 12 quesiti) a Davide Ricca, da Luigi Brossa ad Andrea Araldi. Nell’ultimo fine settimana utile occorre una valanga di firme su tutti i 12 quesiti per riuscire a superare l’obiettivo delle 500.000 sottoscrizioni. Occorre che il popolo di sinistra e in particolare quello del PD vada a firmare.
Sabato 21 settembre, il banchetto radicale dei referendum sarà in via Garibaldi n. 14, dalle 15:30 alle 19:30.
Domenica 22, si potrà firmare i referendum allo stand dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, in via Cesare Battisti n. 7, dalle 15:00 alle 19:00, durante la manifestazione “Laici in Piazza”.
Ai banchetti saranno presenti gli esponenti radicali Igor Boni e Giulio Manfredi:
Sono stati tre mesi intensissimi di lavoro in strada (sei mesi contando la campagna per l’eutanasia legale) per riuscire a portare a casa per questo malandato Paese una (anzi dodici) possibilità di riforma. Tra tutti i quesiti quelli più a rischio sono quelli che riguardano temi che nella vulgata popolare verrebbero definiti ‘di sinistra’ mentre in realtà sono semplicemente promossi dalla ragionevolezza di chi guarda laicamente i problemi. Abolire il reato di clandestinità; non consentire che i tossicodipendenti finiscano in carcere per reati di lieve entità; abrogare la truffa legalizzata della legge sull’otto per mille che consegna indebitamente alle confessioni religiose oltre 600 milioni di euro anche di chi non firma per nessuno; chiedere che i tempi del divorzio passino da tre a un anno: tutti provvedimenti necessari per far fare all’Italia un passo in avanti sui diritti civili, che sono i diritti di tutti.
Come i temi della ‘giustizia giusta’, i temi delle libertà civili sono un perno su cui costruire l’Italia di domani. Perdere questa occasione di confronto democratico e di possibile e concreta riforma sarebbe un peccato per tutti. Chiediamo in particolare agli elettori del PD di prendere consapevolezza di questo e di fare quello che i loro leader nazionali fino ad ora non hanno fatto: firmare i 12 referendum radicali.
Torino, 20 settembre 2013