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Boni: invece di gareggiare per saltare sul carro del vincitore, proviamo a riformare il Piemonte

Dichiarazione di Igor Boni (Presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta):
In questa gara un po’ stucchevole per salire sul carro del possibile vincitore (Matteo Renzi) mi piacerebbe sapere quali sono i progetti innovativi che si propongono per voltare pagina. Se il grande risultato del “nuovo che avanza” fosse semplicemente quello di dare una ciambella di salvataggio al peggio del vecchio sistema partitocratico non mi pare che si farebbe un servizio al Paese. Semmai si deluderebbe di nuovo una speranza. E a forza di delusioni resta solo la rabbia che non è mai foriera di grandi riforme ma semmai di pericolose controriforme.
Con questo obiettivo mi piacerebbe riuscire a parlare di idee capaci di sparigliare davvero con il passato, cominciando da qui, dal Piemonte; ben sapendo che le responsabilità di quanto stiamo vivendo non stanno solo da una parte ma riguardano un intero sistema politico che deve essere riformato completamente. Per farlo occorre provare a tirare qualche filo. Con queste 6 proposte credo potremo iniziare ad andare nella direzione giusta.
1) Esternalizzare le nomine di competenza della Regione, a cominciare da quelle della sanità, per ridurre drasticamente l’occupazione dei partiti nella cosa pubblica eliminando il consociativismo dell’occupazione del sottopotere politico di centro-destra e centro-sinistra. Si parla spesso della casta dei parlamentari ma questa non è nulla rispetto al sommerso che occupa ogni ganglio della “cosa pubblica”.
2) Proporre una legge elettorale regionale uninominale e maggioritaria a uno o due turni, eliminando il listino collegato al Presidente con eletti che arrivano in consiglio senza passare come singoli dal vaglio degli elettori, per ridurre il potere dei “signori delle clientele” e riappropriarsi di un rapporto sano e chiaro tra eletti, territorio  ed elettori.
3) Promuovere una tavolo permanente di crisi sul lavoro che metta insieme Enti diversi (regione, provincia e comune) e di diverso colore politico con un patto di collaborazione trasversale per potere insieme identificare i principali nodi che possono essere affrontati in Piemonte, che è la Regione (in particolare la provincia di Torino) con il tasso più elevato di cassa integrazione e di chiusura di imprese. Oggi Regione, province e grandi comuni lavorano ognuno per sé disperdendo energie.
4) Rivedere completamente i finanziamenti pubblici ai partiti (gruppi consiliari), anche a livello regionale, riducendo le possibilità di malversazioni e obbligando consiglieri, assessori, e gruppi in quanto tali a totali procedure di trasparenza con pubblicazione periodica sul sito regionale del dettaglio delle spese sostenute.
5) Accorpare gli enti e le società partecipate che lavorano su temi simili o in collegamento tra loro per ridurre i costi dei consigli di amministrazione e rendere meno dispendiose le spese amministrative e i cosi generali, che negli ultimi decenni sono andati sempre più aumentando a fronte di un’attività tecnica che si è ridotta.
6) Investire sull’economia verde (perché senza investire non si esce da nessuna crisi), l’unico settore che a livello globale promette ottime performance, sia a livello di risultati ambientali sia in termini di risultati economici. Oggi la politica condisce i suoi discorsi con la green-economy quasi in automatico, per abbellire ciò che si dice senza alcuna concretezza. Il volano di sviluppo in questo settore ha invece  potenzialità enormi fino ad ora quasi totalmente inesplorate.
 
Torino, 29 settembre 2013