Cota ha ragione, siamo proprio un Paese di matti, in cui ci vogliono quattro anni per avere giustizia. Proprio un Paese di matti, se un governatore “taroccato” pensa che gli si debba perdonare di essere stato eletto grazie ad una lista falsificata nelle firme e persino nei candidati. In un Paese normale Cota si sarebbe dimesso e avrebbe accettato di ripetere le elezioni, presentandosi come onesto, piuttosto di difendere la poltrona fino alla fine contro ogni evidenza.
Questa la dichiarazione di Silvio Viale, consigliere comunale di Torino, querelato insieme ad altri esponenti radicali da Michele Giovine, infastidito dalle incessanti iniziative radicali sulle firme false. I radicali hanno sostenuto con Marco Pannella sin dall’inizio il ricorso di Mercedes Bresso.
Silvio Viale ha aggiunto:
Mi piacerebbe che Michele Giovine andasse fino in fondo con la sua querela, per la quale noi avremmo diffamato lui e il Consiglio Regionale, ma mi è prevedibile che non sarà così. Voglio proprio vedere se anche lui parteciperà al “Carnevale Padano” che verrà inaugurato questa sera con la fiaccolata di Salvini. A Cota e ai leghisti una sola raccomandazione: che non dimentichino di portare le mutande verdi. Non vorrei dovere essere io a portargliele davanti alla Prefettura.
Torino, 11 gennaio 2014.