Dichiarazione degli esponenti radicali Igor Boni e Giulio Manfredi:
Dopo la sentenza del TAR è facile festeggiare la vittoria della legge sulle truffe, anche con quasi quattro anni di ritardo. Ma la lotta è stata dura e ha visto pochissimi impegnati nel ripristino della legalità elettorale e tantissimi silenti o contrari, soprattutto nella prima fase. Tra i tanti non possiamo non ricordare molti esponenti del PD che assunsero posizioni di fermo contrasto ai ricorsi (per non fare nomi ci riferiamo ad esempio ad Aldo Corgiat, Stefano Esposito, Gianfranco Morgando) e non parliamo di seconde file ma di personalità di massimo rilievo. Per noi non è stata mai questione di opportunità politica o di difesa di Mercedes Bresso in quanto tale o della qualità della sua amministrazione precedente; si è trattato per il caso Piemonte, come in Lombardia, in Liguria, in Lazio, in Emilia Romagna o più di recente in Basilicata, di denunciare un regime che ormai fa della violazione delle leggi la regola. Quando si violano in modo palese e vergognoso le regole elettorali – come è accaduto in Piemonte – si mina alle fondamenta una democrazia. Chiunque si occupi di politica ha la pretesa di dichiarare e prendere posizione nel merito delle questioni e ciascuno può incappare in errori, anche grossolani (compresi noi ovviamente); non abbiamo certo la pretesa di fare i grilli parlanti ma di fronte alle affermazioni fatte allora, con il senno di poi e con le dichiarazioni di oggi, sarebbe bello sentire qualche parola per rendere giustizia di una posizione sbagliata. Posizione che era sbagliata anche in presenza di un altro epilogo meno sfavorevole a Cota dato che palesemente le violazioni ci sono state.
Aldo Corgiat il 3 maggio 2010 su La Repubblica: “Mi auguro che il partito non si metta a seguire questa strada. Non sono in discussione brogli e né li vedo possibili, se la tradizione del civile Piemonte resta sempre valida”.
Stefano Esposito il 5 maggio 2010 ai microfoni di Radio Radicale: “E’ un’iniziativa – naturalmente legittima – che tende a dare un’idea che in Piemonte le elezioni sano state falsate da trucchi e brogli. Noi questa cosa non la condividiamo; io personalmente ritengo che bisogna prendere atto della sconfitta, anche se avvenuta per una manciata di voti, 9000 voti sono molto pochi ma sono ancora meno di quelli che permisero nel 2005 a Bresso di vincere contro Ghigo. Allora, tentare l’idea che in Piemonte ci sia stata una truffa, che sia tutto falso, che il risultato sia stato condizionato è un errore; io non lo condivido, non ritengo che sia vero”.
Gianfranco Morgando il 5 maggio 2010 su L’Unità: “perché dopo un’attenta valutazione anche a livello nazionale abbiamo ritenuto che sia meglio non farlo, fermo restando il diritto di chi si sente danneggiato di ricorrere. Noi riteniamo che non sia il caso di aspettare anche un anno per conoscere l’esito dei ricorsi perché è necessario fin da subito lavorare per l’alternativa a questo governo”.