La smentita dell’Ospedale Pertini ha il sapore della pura operazione mediatica, tesa più a far calare il silenzio sulla vicenda che a fare chiarezza sulle possibili responsabilità dei dirigenti medici, dei dirigenti del presidio e dei dirigenti dell’azienda. Comincino con il rendere pubblici i dati sui parti e sugli aborti. Dicano quanti, tra i 19 ginecologi, siano obiettori per la legge 194 e quanti per la legge 40. Aggiungano anche quanti siano i medici impegnati rispettivamente nel servizio di IVG e nella struttura di riproduzione assistita. Per quanto mi riguarda, con il consenso della donna, sono disposto a prendere in visione la cartella clinica.
Questa la dichiarazione di Silvio Viale, dopo avere letto le smentite riportate dai quotidiani, in attesa di leggere un comunicato ufficiale sul sito dell’azienda. A maggior ragione per confermare il comunicato di ieri (http://www.associazioneaglietta.it/2014/03/11/aborto-viale-vergogna-senza-se-e-senza-ma-per-i-medici-del-pertini-ma-lobiezione-non-puo-essere-un-alibi/), che non è stato molto considerato dai giornalisti che si sono occupati della vicenda.
Torino, 12 marzo 2014.