Dichiarazione Silvio Viale, ginecologo e consigliere comunale a Torino, sulla notizia del neonato operato al cuore senza trasfusione e con la presenza di un rappresentante dei Testimoni di Geova in sala operatoria:
Se ci fosse stato bisogno di una trasfusione al neonato, essa sarebbe stata fatta nonostante la presenza di un rappresentante del Comitato dei Testimoni di Geova in sala operatoria. Evidentemente era prevedibile che non ci sarebbe stato bisogno di una trasfusione e così è stato. Da laico e da sostenitore accanito dell’autodeterminazione non posso non fare osservare come il potere dei genitori su un neonato non sia così assoluto al punto da negare un intervento salvavita con buone probabilità di successo e in assenza di condizioni tali suggerire la desistenza terapeutica. Nel caso specifico, indipendentemente da cosa dica il Comitato Etico o dai desideri della comunità religiosa dei Testimoni di Geova, la soluzione trovata ha il merito di avere evitato l’intervento del giudice minorile. Forse è stato preso un rischio etico eccessivo, ma ritengo che in fondo i genitori e i rappresentati dei Testimoni di Geova sapessero che in caso di necessità non si sarebbe lesinato sulla trasfusione, perché grave sarebbe stato il contrario. Un neonato non è un adulto e il potere tutelare dei genitori deve essere valutato nel contesto specifico, mentre il rifiuto di trasfusione di un adulto può essere rispettato sempre.