Sulla ricandidatura di Piero Fassino a Sindaco di Torino nelle elezioni del 2016 e sulle polemiche all’interno del PD sulla opportunità o meno di fare le primarie intervengono Silvio Viale e Igor Boni (esponenti radicali iscritti al PD):
Anche noi pensiamo, come Fassino che la questione del candidato a sindaco e della ricandidatura di Fassino sia prematura, ma dobbiamo osservare che il dibattito innescato dalla proposta di Fabrizio Morri ha qualcosa di lunare.
Esiste, infatti, uno statuto del PD nazionale, ripreso testualmente dallo statuto del PD regionale, che detta chiaramente le regole per chi alla fine del primo mandato decida di ricandidarsi per il secondo mandato. Tutto ciò vale ovviamente anche per il sindaco di Torino. Per essere precisi negli Statuti si scrive che: “Nel caso di primarie di partito, qualora il Sindaco, il Presidente di Provincia o di Regione uscenti, al termine del primo mandato, avanzino nuovamente la loro candidatura, possono essere presentate eventuali candidature alternative se ricevono il sostegno del trenta per cento dei componenti della Assemblea del relativo livello territoriale, ovvero di un numero di sottoscrizioni pari almeno al quindici per cento degli iscritti nel relativo ambito territoriale” Si tratta dell’art. 18, comma 5 dello Statuto nazionale ripreso all’art. 19, comma 6 dello Statuto regionale. Basta leggere per capire come il dibattito di questi giorni sia stato fatto senza conoscere lo Statuto del PD o facendo finta che lo stesso Statuto non esista. Riteniamo, invece, che si debba riprendere un dibattito tra tutti i protagonisti su tutte le cose che si devono e si possono fare in questo ultimo anno e mezzo e che per qualche ragione sono un po’ in alto mare.
Torino, 3 febbraio 2015.