Alla notizia che sia Andrei Lugovoj (ricercato dall’Interpol per l’omicidio del cittadino inglese Aleksandr Litvinenko) sia Ramzan Kadyrov (governatore-dittatore della Cecenia) sono stati insigniti ieri da Vladimir Putin della “Medaglia dell’Ordine dell’Onore”, Giulio Manfredi e Igor Boni (segretario e presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta) hanno dichiarato:
A soli quattro giorni dall’omicidio di Boris Nemtsov, il messaggio che zar Putin manda sia ai russi sia al mondo è forte e chiaro: chi mi serve fedelmente è sopra la legge e gode di immunità e di impunità. Questo vale per Andrei Lugovoj, oscuro membro del FSB che, dopo l’omicidio Litvinenko e il conseguente mandato di cattura della magistratura britannica, è diventato deputato del partito di Putin alla Duma russa. Questo vale per Ramzan Kadyrov, che governa da dieci anni la Cecenia con pugno di ferro per conto di Putin.
Ricordiamo che la guerra in Cecenia non è finita ma si è semplicemente estesa alle regioni russe confinanti, dal Daghestan all’Inguscezia. E che la radicalizzazione del conflitto e l’espansione fondamentalista nel Caucaso è diretta responsabilità di Vladimir Putin, che, dopo aver aggredito la Cecenia nel 1999, rifiutò qualsiasi dialogo con il legittimo governo ceceno di Aslan Maskhadov, ucciso nel 2005 dopo essere rimasto completamente solo, con l’Occidente alla finestra.
Se i rapporti internazionali fossero regolati dalla legge e dal diritto e non dai rapporti di forza, Andrei Lugovoj sarebbe recluso a Londra in attesa di processo per omicidio e Vladimir Putin e Ramzan Kadyrov sarebbero reclusi all’Aja in attesa di processo da parte del Tribunale dell’Aja per genocidio (centomila ceceni uccisi su una popolazione di un milione di abitanti), crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Torino, 10 marzo 2015