DIRITTI UMANI: L’ASSOCIAZIONE RADICALE AGLIETTA A PARIGI PER LA MARCIA INTERNAZIONALE PER LA LIBERTÀ
Rivendichiamo non solo il diritto ma il dovere all’ingerenza quando sono calpestati i diritti basilari dei cittadini
Domani, sabato 10 ottobre, in contemporanea a Roma e a Parigi, si svolgerà la Marcia Internazionale per la Libertà delle Minoranze e dei Popoli Oppressi, promossa e organizzata dall’Associazione di cultura liberale Società Libera e dalle Comunità delle Minoranze e dei Popoli Oppressi in esilio, giunta all’ottava edizione.
Sfileranno, silenziosamente, per le vie delle due capitali europee, tibetani, laotiani, siriani, birmani, cambogiani, iraniani, vietnamiti, uiguri, curdi… I militanti dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta saranno al loro fianco a Parigi.
Dichiarazione di Silvja Manzi del Comitato regionale per i Diritti Umani del Piemonte e di Igor Boni e Marco del Ciello (Coordinatori – insieme a Silvja Manzi – dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta):
«Migliaia di militanti per i diritti umani, provenienti da Paesi nei quali non possono tornare, daranno vita, domani, a una manifestazione silenziosa perché i popoli che lì rappresentano sono senza voce e senza diritti, negati quotidianamente negli aspetti della vita più importanti: la parola, il dissenso, la religione, la libertà, le opinioni. La forza del silenzio, la forza della nonviolenza, sarà capace di risvegliare le coscienze assopite di un occidente incapace di vedere che la mancanza di libertà altrui pregiudica la propria?
A Roma guiderà la Marcia Marco Pannella con Rebiya Kadeer, la leader spirituale del popolo Uyghuro. Noi dell’Associazione Aglietta saremo a Parigi e marceremo accanto agli amici laotiani del MLDH-Movimento Lao per i Diritti Umani con i quali stiamo organizzando nuove iniziative, anche in seno al Comitato regionale per i Diritti Umani del Piemonte, per ricordare l’anniversario del 26 ottobre 1999, quando la manifestazione del Movimento studentesco venne brutalmente repressa (e, due anni dopo, militanti radicali diedero vita a una iniziativa nonviolenta che li portò in carcere per due settimane), e per sollecitare le istituzioni europee affinché chiedano con forza alle autorità laotiane di far luce sulla sparizione del leader della società civile Sombath Somphone.
Porteremo a Parigi le bandiere della nostra Associazione che sventoleranno assieme a quelle dei popoli oppressi che continueranno a essere oppressi se la comunità internazionale, a partire da un’Europa che non c’è ancora, non saprà affiancare la propria voce alla loro per chiedere democrazia e libertà. Noi diciamo che non solo c’è un diritto all’ingerenza ma in alcuni casi c’è un dovere all’ingerenza quando i diritti basilari delle persone sono calpestati da regimi totalitari e liberticidi.»